E’ la somma necessaria per garantire la presenza di un pontone che metta in sicurezza lo specchio d’acqua in cui è affondata l’imbarcazione a strascico, provveda a svuotare il serbatoio che contiene il carburante, riportando in superficie lo scafo. Una spesa che dovrebbe sostenere la famiglia dell’armatore scomparso nel naufragio ma che non è in grado di affrontare.
Così a Giulianova la marineria proprio in questi giorni sta cercando in qualche modo di aiutare la famiglia Artone. C’è chi ha proposto una raccolta di fondi per raggiungere la cifra sufficiente per garantire le operazioni di recupero. Un’operazione necessaria e che dovrà essere eseguita prima della stagione invernale. Il serbatoio dell’Eliana conterrebbe circa tre quintali di nafta. Se si aprisse una falla, ci sarebbe la dispersione di carburante con il rischio di andare incontro ad un danno ambientale.
Non solo, perché il danno riguarderebbe anche la cozzara. L’Eliana è affondata a 2,8 miglia dalla costa, 30 gradi a nord rispetto l’imboccatura del porto giuliese. Si trova tra due file, sul lato esterno, dell’impianto di mitilicoltura con parte della poppa insabbiata e le reti ancora agganciate allo scafo.
I vigili del fuoco un paio di settimane fa hanno provato a recuperare il peschereccio sistemando una serie di palloni. Ma non ci sono riusciti proprio perché parte del natante è bloccato sotto la sabbia.
Per la Procura di Teramo e la Capitaneria di Porto di Giulianova, che stanno indagando sul naufragio dell’Eliana, avvenuto mentre in quello specchio di mare si stava scatenando una tromba d’aria, il recupero del motopesca è fondamentale per capire cosa accadde esattamente quel pomeriggio del 25 luglio.