Si torna in piazza. Ad un anno esatto dalla scossa che lo scorso agosto ha fatto ripiombare nella paura il centro Italia, il Comitato genitori scuole sicure di Teramo e l’Associazione Assai hanno organizzato la manifestazione “Insieme per la sicurezza nelle scuole” in programma venerdì prossimo alle 10 in piazza Orsini.
All’iniziativa parteciperanno anche diversi comitati scuole sicure di tutta Italia per esprimere vicinanza e condivisione delle stesse preoccupazioni che riguardano gli edifici scolastici di tutta la nazione.
“A settembre riapriranno le scuole e tutto è rimasto così com’era”, spiega Leda Ragas, presidente dell’Assai, “le scuole hanno indici di vulnerabilità bassissimi, molte scuole non li hanno affatto computati, i piani di evacuazione sono ancora eterogenei e spesso inadatti e inutili. In questi 12 lunghi mesi, noi genitori abbiamo cercato di sensibilizzare istituzioni nazionali e locali, abbiamo scritto fiumi di inchiostro affinché la sicurezza delle scuole diventasse in Italia realtà e la maggior opera di prevenzione mai stata presa in considerazione. Non pretendiamo tutto e subito. Ma se è vero che un minore ha diritto alla tutela sia fisica che psicologica, noi genitori non potevamo sottrarci e in un paese civile, non dovrebbero farlo neanche le istituzioni”.
La Ragas, inoltre, sottolinea la diversa coerenza riscontrata dai due enti Provincia e Comune, con la prima impegnata più seriamente a spiegare e ad agire rispetto all’altro (evidenziando la poca trasparenza relativa agli approfondimenti richiesti dall’amministrazione comunale dopo l’esito delle verifiche di vulnerabilità sismica), sottolineando come, la mancata chiarezza su ciò che avverrà nelle scuole teramane sta facendo proseguire in maniera incessante l’esodo delle famiglie verso la costa.
“Il nostro intento”, continua la Ragas, “è riaccendere i riflettori sulle scuole. Lo faremo manifestando e chiedendo ciò che va chiesto ed è doveroso ottenere. Edifici scolastici in cui porre al sicuro i nostri figli. Edifici scolastici in cui si impara e non si muore. Edifici scolastici degni di un paese come il nostro”.