Dopo la pubblicazione sugli indici di vulnerabilità degli istituti teramani, infatti, sarebbero stati effettuati ulteriori approfondimenti che in parte confuterebbero le notizie emerse in un primo momento. E questa confusione di certo non aiuta le famiglie che,a meno di un mese dalla normale ripresa delle lezioni, ancora non sanno cosa accadrà alle scuole dei propri figli.
“L’unica certezza che abbiamo”, ha detto Leda Ragas, presidente di Associazione scuole sicure Abruzzo Italia, “è che un altro anno arriverà, le scuole riapriranno a breve senza alcun adeguamento, seppure si sia sempre in zona sismica 2. Quello che chiediamo è di conoscere la documentazione esaustiva e completa di ciascun edificio e che si cominci a progettare in maniera diversa rispetto a quanto fatto finora”.
Per la Ragas, infatti, la ricostruzione non potrà partire seriamente se non saranno chiuse delle scuole. Con l’avvio dei lavori, infatti, entro un paio di anni la città potrà contare su edifici con vulnerabilità sismica pari a 1, mentre se nulla si muoverà, le scuole teramane potrebbero restare ancora in questa condizione per moltissimo tempo.
E da parte dei genitori viene ribadita anche la massima apertura alle istituzioni e alle loro progettazioni purché ci sia chiarezza e trasparenza, accettando anche soluzioni alternative che potrebbero rivelarsi “scomode” (vedi musp e scuole jolly) purché siano solo temporanee.