Il relitto era stato avvistato sabato scorso dal proprietario della cosiddetta “cozzara”, impianto per l’allevamento di mitili sito a circa 2,8 miglia, a 30° a nord rispetto all’imboccatura del porto di Giulianova. Ora è stato meglio individuato tra la penultima e la terzultima fila lato nord.
Sul naufragio sono in corso due inchieste, una della Procura teramana e l’altra della Capitaneria giuliese, per questo sono intervenuti i nuclei sommozzatori dei vigili del fuoco, che hanno trovato i cavi di trazione e le reti ancora attaccati all’imbarcazione.
L’ipotesi è quella della cosiddetta presura: un blocco della strumentazione di pesca che ha fermato l’Eliana in balia delle onde, in quel frangente alte fino a 6 metri, senza possibilità di scampo. Impigliate reti e cime nella cozzara, la barca avrebbe subito un ancoraggio involontario e, in pochi secondi, sarebbe affondata.
Stamattina il gruppo subacqueo della Capitaneria di Giulianova ha provato a raggiungere il punto dell’incidente per proseguire le indagini, ma le avverse condizioni meteo hanno costretto al rientro in porto: si tenterà nuovamente quando il mare lo permetterà, iniziando ad allestire anche un piano di recupero del relitto.