L’occasione è stata il tornare a parlare degli arresti dei due cacciatori di Civitella del Tronto compiuti nei giorni scorsi (leggi qui), tra l’altro misure convalidate dal gip del tribunale di Teramo nelle scorse ore.
I carabinieri forestali del comando provinciale di Teramo, guidati da Gualberto Mancini, hanno però lanciato nella conferenza stampa odierna moniti ed appelli.
“Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da cittadini spaventati che, durante la notte, nella zona della Vibrata, sentono cani e spari – spiega il comandante provinciale – Per questo abbiamo iniziato un’attività di verifica che proseguirà nelle prossime settimane e che ha portato anche gli arresti. Il bracconaggio in quelle zone si unisce ad un altro fenomeno, anche esso illegale: quello dei cittadini che, nell’alta Vibrata, di notte cercano tartufi. Un cacciatore che esce di notte per l’attività illecita di bracconaggio e viene attirato da un rumore, potrebbe trovarsi sparare ad una persona invece che ad un animale”. Per questo nella zona della Vibrata sono in atto controlli serrati, controlli che hanno portato ad arrestare due cacciatori trovati con tre fucili con la matricola abrasa, con munizionamento ad ampio spettro.
Oltre a questo rischio, si unisce anche quello dell’emergenza sanitaria: perché carni frutto di bracconaggio, non controllate, vengono spesso vendute a singoli cittadini o anche a ristoranti, con notevoli rischi per l’uomo perché i cinghiali, ad esempio, sono anche portatori asintomatici di malattie. Per questo sono necessari dei test prima di consentirne la vendita, non compiuti ovviamente in caso di cessioni di carni in maniera illegale.
“Infine rinnoviamo l’invito a non accendere nessun genere di fuochi – conclude Mancini, collegandosi alla tragedia che ieri ha colpito Sant’Omero con la morte della 79enne contadina che aveva acceso delle stoppie di grano – E’ follia farlo in questo momento, c’è un livello di aridità estremo ed è quasi impossibile controllare le fiamme. E’ fatto divieto assoluto. Gli arrosticini? Meglio cucinarli sul cemento, che sul prato”.