A chiederlo è la Provincia di Teramo che, in una nota a firma del presidente, Renzo Di Sabatino, inviata a Strade dei Parchi, alla Regione e a tutti i componenti del tavolo tecnico istituito dal vicepresidente regionale, Giovanni Lolli, è dovuta “alla necessità di evitare in via precauzionale che, episodi occasionali e fortuiti, possano determinare la sospensione della fornitura dell’acqua del Gran Sasso in un periodo caratterizzato da carenza idrica”.
Anche di questo si parlerà alla riunione programmata per lunedì prossimo alle 11 in sala Consiglio con l’assemblea dell’Assi (assemblea Sindaci Servizio idrico).
E sottolineando l’apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo la Regione, che proprio due giorni fa ha presentato a tutti gli interessati una bozza di protocollo d’intesa per regolamentare gli interventi che a diverso titolo si realizzano sotto il massiccio del Gran Sasso e che possono interferire con le risorse idriche, Di Sabatino ritiene che fino a quando non si formalizzano gli impegni di ciascuno con una firma ufficiale è opportuno differire i lavori.
TUONA FORUM H20. “Riteniamo incredibile che dopo quanto accaduto si continui a procedere per approssimazioni successive tenendo all’oscuro la popolazione – dice il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua – Invece bisogna disegnare prima un quadro intermedio di riferimento dove inserire i vari interventi secondo una filiera che risponda ai criteri di massima precauzione, trasparenza e tracciabilità delle responsabilità. Dopo si dovrà lavorare sulle soluzioni definitive dei problemi delle captazioni, dell’Autostrada e dei Laboratori. Solo pensare di riverniciare le gallerie con prodotti che contengono tracce seppur minime di toluene (così ci è stato riferito da esponenti regionali) in piena estate con centinaia di migliaia di turisti sulla costa e cittadini residenti ancora arrabbiati per quanto avvenuto nei mesi scorsi crediamo sia il sintomo della sottovalutazione di quanto accaduto. I cittadini pretendono di essere messi a conoscenza di quanto accade. Avevamo chiesto di partecipare almeno come uditori al tavolo regionale e non ci è stata data risposta. Non vi sono neanche i documenti online (verbali, lettere, analisi, bozze dei documenti ecc.). Una mancanza di trasparenza clamorosa che riguarda un bene primario di cui tutti oggi parlano con l’aggravante che persiste dopo una serie di criticità alcune delle quali sollevate e chiarite solo grazie a noi volontari. Vogliamo conoscere prima le caratteristiche dei prodotti, anche alternativi, che intendono usare e il tipo di operazioni che si devono svolgere nella montagna”.