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Bancarotta fraudolenta tra Teramo e Ascoli: carcere per un imprenditore

La Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, nell’ambito di una complessa indagine di polizia giudiziaria in materia di reati fallimentari denominata “Last day”, ha eseguito varie perquisizioni nei territori delle province di Ascoli Piceno e Teramo e un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confonti di L.A. 66 anni di Sant’Egidio alla Vibrata, ritenuto il dominus di un sistema che da anni perpetrava illecite condotte di bancarotta fraudolenta.

 

La Fiamme Gialle hanno individuato un collaudato sistema attraverso il quale il 66enne, in qualità di amministratore di diritto e poi di fatto, aveva costituito sin dagli anni ’90 società di capitali operanti nel settore dell’abbigliamento, che puntualmente venivano poi fatte fallire attraverso le classiche condotte della bancarotta fraudolenta. Le tre società sulle quali si è concentrata l’attenzione dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno sono tutte fallite per le stesse cause, rappresentate dallo stato di insolvenza determinatosi a causa di enormi debiti maturati nei confronti dell’erario per imposte non versate e nei confronti dell’Inps per contributi, anch’essi non versati, che complessivamente ammontano a oltre 15 milioni di euro.

 

Le compagini sociali sono sempre state rappresentate da soggetti riconducibili alla più stretta cerchia familiare dell’amministratore di fatto. Nell’ambito dell’operazione, sono stati sottoposti a sequestro preventivo i beni aziendali e la totalità delle quote societarie dell’ultima società costituita operante in provincia di Ascoli Piceno.

 

 

Contestualmente è stato però nominato da parte del Tribunale di Ascoli Piceno un custode giudiziario con la finalità di garantire i livelli occupazionali e l’operatività aziendale.