Cala il sipario anche sulla struttura Colle del Mare, il piccolo albergo di Contrada Marina di Mosciano che ospita 9 famiglie in cerca di una sistemazione definitiva.
I geologi che hanno ispezionato nei mesi scorsi tutto il fronte collinare, soggetto ormai da più di 4 anni ad un fenomeno di smottamento in costante aumento, hanno rimesso nelle mani dell’amministrazione comunale di Mosciano una relazione di 200 pagine che non ammette dubbi: l’area a forte rischio e l’albergo Colle del Mare presenta evidenti segni di instabilità dovuti al cedimento del terreno sottostante.
Il sindaco Giuliano Galiffi ha firmato l’ordinanza di sgombero dell’edificio che dovrà essere liberato entro la fine del mese. Aurora Pomante è la proprietaria della struttura. Occhi gonfi di lacrime e poca voglia di parlare. Vede i sacrifici di una vita che si stanno sbriciolando, nonostante un mutuo da pagare ancora per 9 anni e con una banca che non ha concesso la sospensione delle rate.
Parla il fratello Armando che segue la vicenda di Contrada Marina sin dall’inizio.
“Sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto”, ha sottolineato Armando Pomante, “avevano promesso un intervento da un milione e mezzo di euro per mettere in sicurezza questo tratto di collina. Ma non è stato fatto nulla in questi anni. Così continua lo scivolamento verso valle. E noi, come già accaduto ad altri, perdiamo la nostra struttura”.
200 pagine corpose che mettono in evidenza come il terreno immediatamente sottostante all’albergo abbia ceduto sprofondando di oltre 15 metri creando un dislivello pauroso. E con le piogge autunnali e invernali la situazione è destinata a peggiorare in quanto la paleofrana che interessa tutto il fronte collinare tornerebbe a muoversi portandosi dietro le strutture, alcune delle quali sono già implose su se stesse o manifestano i primi segni di un cedimento inclinandosi di 15 gradi sul lato est.
“Qui si rischia una reazione a catena”, ha concluso Pomante, “oltre alla frana va considerato anche il fatto che questo terreno è stato scosso dagli ultimi terremoti”.
Circa 3 anni fa l’allora capo della Protezione Civile Franco Gabrielli eseguì con il sindaco Giuliano Galiffi, il governatore Luciano D’Alfonso e i tecnici geologi un sopralluogo in zona.
Il messaggio fu chiaro: non si doveva permettere la costruzione in una zona così ad alto rischio geologico e nessuna speranza che potessero essere finanziate opere di consolidamento che avrebbero dovuto interessare quella fascia collinare. Il milione e mezzo previsto inizialmente sarebbe stato solo un palliativo. Intanto la collina continua a scivolare verso valle.