Prudenza per ora arriva dai primi cittadini che, memori dell’esperienza avuta il mese scorso con l’incidente dell’acqua del Gran Sasso, prima di prendere eventuali decisioni ed emettere ordinanze vogliono essere ben sicuri di fare la scelta giusta.
Bisognerà, dunque, che i tecnici forniscano delle risposte chiare relative al possibile inquinamento dell’aria nella zona, sebbene il peggio sia ormai passato. Il dubbio, invece, resta sul comportamento più corretto da attuare in quanto il tetto della struttura divorata dalle fiamme era in amianto.
Nel pomeriggio o in serata dovrebbero comunque arrivare informazioni più chiare a riguardo con le indicazioni da parte dei primi cittadini.
AGGIORNAMENTO
Sono stati previsti prelievi alle colture nelle zone di Piane S. Atto, Castellalto e Bellante.
Verrà predisposto il divieto della raccolta e consumo delle colture in quelle zone che verranno esattamente individuate da apposita ordinanza e comunque in località Piane S. Atto.
Nel territorio di Bellante i prelievi saranno effettuati a Villa Rasicci nell’area più prossima al nucleo industriale di Sant’Atto e a Ripattoni. Precauzionalmente sarà emanata ordinanza di divieto di consumo di prodotti ottofrutticoli nelle aree interessate e altre prescrizioni, sino all’esito degli esami i cui risultati saranno disponibili non prima di domani pomeriggio.
Chiediamo a nome di tutti i residenti santattesi, viste le ultimi tragiche vicende avvenute nella serata di lunedì, un intervento immediato da parte del sindaco di Teramo Maurizio Brucchi. L’incendio appena verificatosi è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l’area industriale in questione è dimenticata sotto tutti i punti di vista con problemi sanitari e logistici molto gravi ormai da anni; rifiuti abbandonati, illuminazione e sicurezza stradale sono ormai problemi cronici di questa zona, abitata da molte famiglie e frequentata da molti lavoratori.
Per quanto sopra premesso si chiede al Sindaco una visita urgente a S.Atto Piane, un sopralluogo approfondito per rassicurare i residenti e soprattutto notizie certe, date certe ed una presa di posizione forte, chiara ed immediata per sollecitare in brevissimo tempo tutti gli organi preposti al controllo sanitario per la tutela dei cittadini e alla risoluzione dei problemi sopracitati.
Il Presidente
Valerio Pelusi
L’incendio verificatosi questa notte presso lo stabilimento della Richetti in località Sant’Atto di Teramo ancora una volta ha messo in evidenza grossi problemi dal punto di vista della tutela sanitaria dei cittadini, in particolare dei lavoratori. La presenza di amianto, ormai accertata, avrebbe suggerito misure d’emergenza immediate, compresa un’ordinanza di chiusura delle aziende presenti nel nucleo industriale per il tempo necessario a svolgere tutte le opportune analisi. Non si comprende perché il Sindaco, da una parte, inviti i cittadini a tenere le finestre chiuse e dall’altra non si preoccupi di quanti lavorano nei capannoni vicini all’incendio. Ci chiediamo come mai, in attesa di avere dati certi sulla presenza di amianto o di diossine in atmosfera, non si sia optato per la chiusura delle aziende del nucleo industriale quantomeno quelle localizzate nelle immediate vicinanze, individuando così una fascia di rispetto.
La tutela della salute di tutti i cittadini, lavoratori e residenti, deve essere un’assoluta priorità. Va poi assicurata la massima trasparenza su tutti i dati relativi allo stato dei luoghi man mano che questi saranno acquisiti – si auspica celermente – e al contempo vanno fornite norme cautelative di comportamento a tutti. Passata questa fase d’emergenza si dovrà anche verificare l’impatto ambientale di questo incendio sul quale auspichiamo che vengano svolte indagini rapide che arrivino ad accertare la dinamica degli eventi.