Teatro Romano Teramo: le contraddizioni del sindaco Brucchi. Intanto Pannella scrive a Chiodi

teatro_romanoTeramo. Qual è il destino di palazzo Adamoli, acquistato dalla Regione per esser demolito, ma poi restaurato? E’ quanto chiede il leader dei Radicali, Marco Pannella, nella lettera inviata al Governatore Gianni Chiodi, ricordando pure il finanziamento perso di 900milioni di lire, salvo poi spendere un milione e 300mila euro per riacquistarlo.

“Sulla questione” ha spiegato l’avvocato Vincenzo Di Nanna “indaga sia la Procura che la Corte dei Conti, per verificare un eventuale danno erariale e se ci sono responsabilità da parte degli Amministratori che prima si sono fatti sfuggire un finanziamento e poi hanno acquistato a costi nettamente superiori”.

L’altra notizia riguarda, invece, quelle che Teramo Nostra e i Radicali definiscono le “contraddizioni” del sindaco Maurizio Brucchi, il quale, nell’incontro lampo organizzato questa mattina ha ribadito la volontà del Comune di abbattere casa Adamoli. “Peccato che la Soprintendenza la pensi in maniera completamente diversa” tuona Sandro Melarangelo.

“Il primo cittadino” aggiunge il presidente dell’associazione Piero Chiarini “dovrebbe prendere le distanze e pretendere dagli enti finanziatori un concorso internazionale per il recupero dell’area archeologica con tecnici e ditte qualificate all’uopo e non restauratori o manovalanza non specializzata. Il primo atto di volontà in questo senso andrebbe preso con il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, affinchè dichiari la volontà dell’abbattimento dell’edificio Adamoli di proprietà della Regione o comunque la richiesta di destinazione d’uso che il sindaco dovrebbe concedere. Sindaco e presidente della Regione potrebbero bloccare la sovrintendenza collusa con progetti non tendenti a tale scopo, come nei fatti dimostrato. Noi non tratteremo più con enti e tecnici responsabili di opere avverse al recupero del teatro romano come il consolidamento-restauro di edifici finanziati per essere abbattuti”.

Una cosa è importante e va chiarita quanto prima, conclude il radicale Renato Ciminà: “il teatro romano è una gallina dalle uova d’oro. A chi andranno queste uova? Lo scoprirà la Procura”.

 

Marina Serra

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