Teramo. No al polo scolastico nell’area sottostante il vecchio stadio comunale. Dopo la presa di posizione (contraria) di Pd e Rifondazione, questa mattina l’associazione Teramo Nostra ha voluto organizzare un sit in di protesta contro il progetto dell’Amministrazione Comunale, al quale hanno aderito Legambiente, Italia Nostra, Rifondazione, Confesercenti, Sel, Radicali, Verdi, Se non ora quando, Democratici per Davvero e Pd.
Quattro i punti cardine della protesta. Anzitutto, no al polo scolastico nell’area verde a ridosso del Tordino. “Il project financing” hanno detto “è sbagliato poiché prevede l’ennesima cementificazione di un’area verde, con la costruzione di un campus su terreni che confinano con il Parco fluviale, poco distanti dal Fiume Tordino. Così come è impensabile l’idea di raccogliere centinaia di studenti in un sito dove l’unica arteria stradale presente è quella di Circonvallazione Spalato, già sovraccarica, senza considerare quindi le conseguenze pesanti che si avrebbero sul traffico cittadino”. E, ancora, stop al consumo del territorio, si recuperino le strutture dismesse. “Chiediamo all’Amministrazione Comunale di abbandonare questo progetto presentato da un privato, puntando invece sul recupero dei contenitori vuoti e dei tanti edifici dismessi in centro storico. Tante le proposte presentate in merito: l’Ex Manicomio, l’Istituto Regina Margherita, l’area dietro al Santuario della Madonna delle Grazie, l’Ex Banca D’Italia, l’Ex Edificio dell’Enel in Viale Bovio, l’Ex ospedaletto a Porta Romana e gli edifici dell’Università in Viale Crucioli, solo per elencarne alcuni”. E poi, difendiamo le scuole in centro storico, il patrimonio pubblico non si regala ai privati. “Riteniamo sbagliata l’idea di chiudere le scuole del centro storico: Savini, San Giuseppe, San Giorgio e quella di Via del Baluardo per trasferire gli alunni fuori dal contesto urbano concentrandoli in un unico complesso. La presenza degli studenti è fondamentale per mantenere ancora vivo il cuore della nostra Città e le attività economiche e commerciali presenti”. E, infine, l’urbanistica deve essere condivisa dai cittadini, basta con le decisioni prese nelle stanze del Palazzo. “Il nostro invito è rivolto all’Amministrazione Comunale affinché vengano condivise con l’intera cittadinanza le scelte urbanistiche che interessano la nostra comunità, portando i progetti in Consiglio Comunale e organizzando assemblee sul tema con i cittadini e le categorie interessate”.
Nasce, dunque, un Comitato Popolare, che, tanto per cominciare, annuncia: “se l’Amministrazione Comunale continuerà a portare avanti questo progetto, metteremo in campo nei prossimi giorni tutti gli strumenti e le iniziative necessarie per fermarlo, compresi ricorsi e consulenze legali sui vincoli di costruzione ambientale in aree protette e fluviali”.