Dopo il Tar Lazio, anche il Consiglio di Stato ha confermato la validità dell’impugnazione della decisione del Ministero dello Sviluppo Economico che autorizzava la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi per la zona di Colle dei nidi.
Una nuova vittoria, dunque, per i Comuni di Bellante, Campli e Mosciano che, insieme alla Provincia di Teramo si erano opposti impugnando la decisione e si erano battuti per combattere contro le possibili trivellazioni che avrebbero riguardato una vasta fascia pedemontana nel territorio teramano.
Con la decisione di ieri, infatti, il Consiglio di Stato ha ribadito che l’azione giudiziaria promossa dagli enti locali (al momento del ricorso i sindaci erano Mario Di Pietro, Orazio Di Marcello e Gabriele Giovannini) fosse fondato e ha confermato l’annullamento del decreto del Ministero. E, grazie a questa azione giudiziaria, tutte le altre amministrazioni locali del territorio interessato, a cavallo tra la provincia teramana e quella ascolana, avrà ora diritto di essere ascoltata prima del rilascio dei titoli minerari.
Già la decisione di primo grado aveva, infatti, costituito il primo caso di successo giudiziale avverso un titolo minerario in terraferma emesso dal Governo e assume, perciò, un’importanza strategica nel settore. Secondo i legali, dunque, “non si può escludere la valenza di precedente di questa decisione anche nei confronti di altri titoli minerari rilasciati, o in corso di rilascio, nelle Regioni Abruzzo e Marche, così come nel resto del territorio nazionale”.
“Siamo di fronte ad un precedente estremamente significativo”, ha detto il presidente Renzo Di Sabatino, molto soddisfatto insieme agli altri sindaci interessati, “al di là del valore giuridico della sentenza e aspettiamo di leggere il dispositivo, questa vicenda, sollecita riflessioni politiche e istituzionali in merito ai grandi temi legati allo sviluppo sostenibile, all’ambiente e alle politiche di approvvigionamento energetico. Questioni che hanno un enorme impatto sulle comunità locali: escluderle dai percorsi decisionali significa solo aumentare i conflitti e la risoluzione dei problemi come dimostra, per altri versi, la vicenda legata alla captazione delle acque del Gran Sasso e agli interventi di messi in sicurezza a suo tempo realizzati dalla gestione commissariale del Governo senza alcun coinvolgimento delle istituzioni locali”.
Un particolare ringraziamento va all’impegno del professor Enzo Di Salvatore (Diritto Costituzionale UNITE) e all’avvocato Paolo Colasante, che seguono la vicenda sin dall’inizio rispettivamente in qualità di consulente e di difensore, e al professore Stelio Mangiameli, anche lui costituzionalista, cui è stata affidato il patrocinio delle Amministrazioni dinanzi al Consiglio di Stato.