Secondo una stima elaborata dal centro studi nazionale della Cna solo l’aumento di tasse e imposte comporterà un aggravio di spese, nelle tasche degli imprenditori, che potrà arrivare fino a 5mila euro in più.
Per fare il punto della situazione e illustrare alcune proposte, la Cna ha organizzato per lunedì a Teramo un convegno dal titolo “Cosa cambia con la riforma Monti. Tasse, sviluppo e liberalizzazioni”, chiamando a raccolta esperti delle politiche fiscali e del lavoro. All’incontro, in programma alle ore 17.30 nella sala convegni della sede provinciale della Cna, prenderanno parte, tra gli altri, il responsabile nazionale dell’area fiscale della Cna, Claudio Carpentieri, l’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, il responsabile regionale per il commercio e turismo della Cna, Cristiano Tomei, il direttore regionale della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo, il segretario regionale della Filcams-Cgil, Luca Ondifero.
Secondo la Cna complessivamente, in Italia, circa 250mila piccoli operatori del commercio e dell’artigianato rischiano di essere espulsi dal mercato. Infatti, a dover reggere maggiormente l’urto delle nuove disposizioni in materia fiscale saranno le piccole e medie imprese. Per far fronte anche alla riduzione dei redditi delle famiglie e alla conseguente caduta dei consumi, dovranno assorbire nei propri bilanci i maggiori costi per non aumentare i prezzi. Diverse le voci che entreranno a far parte del pacchetto di aumenti che compongono la nuova realtà fiscale: dalla nuova Imu sugli immobili produttivi (solo in questo caso, si prospetta per ciascuna impresa un aggravio di alcune migliaia di euro) all’aumento dei contributi sociali, dalla nuova tassa sui rifiuti al ritocco dell’Iva, dalla maggiorazione delle aliquote pensionistiche per commercianti e artigiani al taglio di diverse detrazioni. Un fardello che rischia di trasformarsi in un’ipoteca gravissima sullo sviluppo e le liberalizzazioni: temi, questi ultimi, su cui l’economia italiana scommette per un proprio rilancio.