Mosciano. Il Comune di Mosciano ha sbagliato e deve riassumere i quattro lavoratori precari. Ad esultare è la Fp Cgil di Teramo che chiede all’amministrazione moscianese di onorare gli impegni assunti con i lavoratori precari, trasformando i loro contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Dopo la sentenza favorevole, avuta già dal Tribunale di Teramo, questa volta la conferma è arrivata dalla Corte di appello aquilana alla quale l’amministrazione comunale si era rivolta per ricorrere al giudizio di primo grado che la condannava a stabilizzare il personale precario e a risarcirlo del danno subito per la mancata assunzione.
La vicenda aveva avuto inizio nel 1998 quando i lavoratori furono assunti dapprima come LSU e successivamente come collaboratori coordinati e continuativi. Il Comune diede poi avvio al processo di stabilizzazione del personale precario, per il quale era prevista la stipula di un contratto di lavoro subordinato della durata di tre anni, sottoponendo i lavoratori anche a prove selettive. Ma la procedura fu bloccata a causa di un esposto inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri da tre esponenti del centrodestra cittadino che ritenevano illegittima la riserva di partecipazione alla procedura di stabilizzazione in favore dei titolari di co.co.co.. Per questo i lavoratori, difesi dall’avvocato Lorena Di Giambattista, si erano rivolti al giudice del lavoro di Teramo che aveva dato loro ragione. “La Fp Cgil di Teramo” si legge in una nota “ricorda gli sforzi fatti affinchè il Comune di Mosciano proseguisse nella stabilizzazione perché convinta, già allora, della bontà delle procedure poste in essere, ma a nulla valsero i moniti e gli avvertimenti. Il Comune di Mosciano ha preferito spendere soldi pubblici a scapito dei lavoratori: già condannato a pagare le spese legali e a risarcire i lavoratori, ha infatti, preferito la strada del ricorso in appello. Chi risarcirà ora i cittadini di Mosciano?”
Dal sindacato, inoltre, arriva la richiesta, presentata al primo cittadino, di chiedere il pagamento di queste ulteriori spese a coloro che avevano bloccato di fatto lo svolgimento delle pratiche per la stabilizzazione, chiudendo in maniera definitiva la questione e onorando gli impegni assunti con i lavoratori, trasformando i loro contratti di lavoro a tempo indeterminato.