Giulianova. “Lo scorso 16 febbraio, quando noi genitori avevamo riempito la sala consigliare in modo composto ed organizzato, avevamo detto al sindaco e all’amministrazione comunale: ‘vi consegniamo il nostro senso civico’, alludendo all’assunzione di responsabilità che si richiedeva loro nel mantenere la promessa fattaci di riaprire i plessi scolastici ‘Pagliaccetti’ e di Colleranesco entro l’avvio del nuovo anno scolastico”.
Lo hanno dichiarato i genitori degli alunni delle sue scuole chiuse per lavori che si chiedono: “quale senso di responsabilità ci è stato dimostrato nella successiva riunione pubblica del 2 maggio, quando ci è stato presentato un cronoprogramma che prevede una sequenza di date di scadenza difficili, se non impossibili, da rispettare e che fissa il termine dei lavori a fine dicembre, per cui a settembre non riavremo le scuole? Ancora, quale senso di responsabilità ci è stato dimostrato quando, alla domanda su dove nel frattempo sarebbero andati a scuola i nostri figli, ci siamo sentiti rispondere che si immagina che la situazione rimarrà invariata? Al nostro bisogno di certezze per un problema che coinvolge buona parte delle famiglie giuliesi si risponde con supposizioni! E pensare che la raccolta firme che abbiamo avviato a metà aprile era stata percepita come una lesa maestà… Invero, rappresentano le preoccupazioni di mille (1000) cittadini che comprendono o vivono i disagi della situazione difficile delle nostre famigli”e.
Quindi 1000 firme sono state presentate in Comune dai genitori con la richiesta di istituire con urgenza un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati (dirigenti, componenti del consiglio di circolo, consiglieri, assessori, tecnici comunali, genitori) e aperto a tutti i cittadini, con il chiaro obiettivo di individuare, prima della chiusura estiva delle scuole, le sedi opportune dove gli alunni della Pagliacetti e Colleranesco passeranno con ogni probabilità il prossimo anno scolastico.
“Vogliamo evitare di trovarci a settembre in situazioni di emergenza o con soluzioni rimediate all’ultimo momento che scontentino, come già accaduto di recente, la maggior parte delle famiglie. Non vogliamo che i nostri figli rimangano ingabbiati in questa sorta di limbo per un arco temporale, alla luce dei fatti, non quantificabile”, concludono.