Al disabile viene negata la possibilità di seguire l’arrivo al Blockhaus: la lettera

Appassionato di ciclismo avrebbe voluto seguire da vicino il primo vero arrivo in montagna del Giro del Centenario. Nella sua terra, sul Blockhaus, dove in tanti hanno avuto l’opportunità di farlo.

 

Non Paolo Palladini, disabile di Atri, che pieno di entusiasmo aveva deciso di seguire da vicino i campioni del ciclismo. La sua “piccola” impresa non si è realizzata. Arrivare con i suoi mezzi nella zona dell’arrivo non era possibile. La delusione per l’accaduto, la racconta in una lettera aperta.

 

La lettera

 

Domenica scorsa, purtroppo, sulla Majella, lo sport ha perso.

La voglia di vivere, accompagnata alla mia disabilità, non è stata sufficiente per raggiungere quell’angolino di montagna, dove avrei potuto gioire al passaggio della carovana rosa.

Al blocco di Passo Lanciano, con la mia vettura e i miei accompagnatori, munito del tesserino di invalidità (come sempre), l’agente di polizia mi ha detto che io, o qualcuno per me, avremmo dovuto usare la funivia (costo 5euro), per salire al punto d’arrivo, dove mi sarebbe stato rilasciato un pass da esibire poi sotto, nel punto dove ero stato bloccato.

Ho sempre saputo che il mio, mai desiderato, tesserino che certifica una grave disabilità è di per se un pass, ma eventualmente i motociclisti e le altre vetture a cui è stato consentito l’accesso, mostravano delle patologie più gravi delle mie.

Mi dispiace molto che tale disagio sia accaduto proprio nella mia terra dove, forse, gli eventi sportivi non riusciamo ad organizzarli adeguatamente, affinché tutti possano goderne in modo sereno ed agevole.

Questo è ciò che ho vissuto domenica 14 maggio quando, stanco e rassegnato, sono ritornato a casa, privo persino della voglia di seguire la tappa in tv.

Ringrazio comunque le persone addette alla funivia che, comprendendo l’assurdità della situazione, si sono offerte di portarmi dove desideravo con la loro macchina. Ma purtroppo per un disabile la propria vettura è un punto i sicurezza ed un sito di stipaggio delle proprie attrezzature, che ci danno anche una tranquillità per gli spostamenti e le eventuali emergenze.

Bastava solo farci passare. La nostra presenza, in prossimità dell’arrivo, non sarebbe stata nemmeno notata.

 

Paolo Palladini

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