Val Vibrata. Un accesso agli atti sulla vicende dell’acqua del Gran Sasso, prima contaminata e poi di nuovo potabile. Un incarico legale per verificare eventuali azioni da intraprendere (sul piano della salute e dell’economia locale).
Affidarsi ad un laboratorio specializzato per monitorare tutti i parametri legati all’erogazione dell’acqua potabile.
Alzano la voce i sindaci dell’Unione dei Comuni, contrariati e non poco sul come sia stata gestita l’emergenza idrica e dei riflessi di tutta la vicenda I dubbi, sull’accaduto, sembrano essere tanti così come la necessità, si legge in una nota, “di tutelare la salute pubblica di un territorio già provato da recenti eventi calamitosi”.
L’assemblea dei sindaci della Val Vibrata, infatti, sotto la presidenza di Rando Angelini, si è riunita d’urgenza per valutare l’accaduto e per intraprendere azioni concrete. Il tema della chiarezza è il principale, poi saranno intraprese eventuali azioni.
“La diffusione generica e concitata delle prime notizie sui social e sulla stampa”, scrivono i sindaci della Val Vibrata, “ha prodotto grande allarme tra la popolazione, procurando disagio tra i sindaci in qualità di autorità sanitarie nei rispettivi comuni. Non siamo stati tempestivamente avvisati e nemmeno contattati dagli Enti per poter poi gestire, nella dovuta maniera, l’emergenza. Sono accaduti fatti gravi e pertanto pretendiamo che sia fatta chiarezza”.
Al termine della seduta, i primi cittadini hanno pianificato una serie di azioni a tutela della salute pubblica e dell’economia dell’intero territorio.
Tre le azioni principali, come detto. Richiedere tutta la documentazione (accesso agli atti) alla Ruzzo Reti, alla Asl (servizio igiene degli alimenti e delle nutrizione) e all’Arta. Valutare se ci sono margini per un’azione legale e poi avere dati concreti sulla potabilità dell’acqua, affidandosi in questo caso ad un laboratorio specializzato.