Tortoreto. Prima la soluzione della frana, che è significativa, poi la sistemazione della strada Panoramica, chiusa da quasi un anno.
Qualcuno l’ha definita la strada dimenticata, quella che collega la bonifica del Salinello con la zona collinare di Tortoreto. In effetti appare la frana dimenticata. Uno scivolamento del terreno da non sottovalutare, che produce effetti sulla strada che costeggia la corsia autostradale ma non solo.
Anche il tracciato della A14, sul quale più di un anno fa sono stati fatti degli interventi di consolidamento del viadotto, che in realtà non avrebbero dato gli effetti sperati, anche in considerazione che tutta l’area collinare è interessata da un movimento franoso. Lieve, ma che sarebbe attivo alla luce degli effetti che si notano sul recente manto di asfalto realizzato in occasione dei lavori.
Nei giorni scorsi il tema della strada Panoramica, chiusa al traffico dallo scorso mese di luglio per motivi di sicurezza, è tornato d’attualità.
“La strada provinciale è stata chiusa per ragioni di sicurezza”, sottolinea Mauro Scarpantonio, consigliere provinciale con delega alla viabilità. ” Sul versante in questione è in corso un fenomeno franoso di significativa consistenza e la Provincia non ha competenze su quell’area. Intervenire sulla strada senza affrontare la causa del problema significherebbe sprecare inutilmente risorse pubbliche”.
Il problema, da come emerge, sembra essere molto più ampio rispetto alla semplice impraticabilità della strada, che in ogni caso rappresenta una criticità.
“Tutta la collina, in quella zona”, aggiunge Scarpantonio, “presenta problemi di drenaggio delle acque: la questione è stata più volte affrontata con il Comune di Tortoreto, ente competente con il quale c’è e c’è sempre stata collaborazione e dialogo. Stiamo parlando di un intervento con costi importanti e bisognerà trovare una fonte di finanziamento, ma la richiesta deve partire dal Comune, non può partire dalla Provincia anche se, ovviamente, i motivi del dissesto stradale sono stati più volte segnalati a tutti gli organi competenti”.
Servono fondi, dunque, e cospicui, per risolvere l’emergenza che rischia di produrre effetti ancora più gravi qualora la situazione dovesse peggiorare.