“Basta alle discussioni che avvengono solo sulla stampa sull’ospedale unico e si pensi ad organizzare un confronto con il territorio per capire in che modo migliorare la sanità teramana”. Questo l’appello lanciato questa mattina dal segretario provinciale della Cgil Teramo, Giovanni Di Timoteo, che, insieme a Pancrazio Cordone della Funzione pubblica, a Emanuela Loretone della Filcams e a Mirco D’Ignazio della Fiom ha voluto dire la sua sulla riorganizzazione del servizio sanitario.
Per Di Tomoteo, infatti, il modo di procedere con il quale sia la Asl di Teramo che la Regione stanno portando avanti la questione non sarebbe di alcuna utilità per la provincia teramana. Piuttosto che discutere unicamente sulla localizzazione del nuovo ospedale, dunque, per il segretario provinciale è necessario mettere in condizione le associazioni, le istituzioni e gli operatori di potersi esprimere a riguardo. Per questo la Cgil chiede che vengano trovati spazi e tempi in modo che tutte le categorie possano essere ascoltate e, dal confronto con il territorio, punto di partenza imprescindibile, possano poi essere prese le decisioni più giuste per la provincia.
Unica certezza è la ferma contrarietà ad ogni possibile utilizzo di project financing. L’ingresso di privati nella conduzione di strutture sanitarie, infatti, come ha ricordato lo stesso Di Timoteo, si è dimostrato fallimentare in altri contesti nei quali è stato utilizzato.
Nessuna preclusione da parte della Cgil, dunque, a qualunque decisione potrà essere presa, purché si valutino con attenzione le reali esigenze dei cittadini e si tenga conto della cronica carenza di personale nei quattro presidi ospedalieri e delle conseguenze che potrebbero subire anche i servizi e le manutenzioni, affidati in appalto, che si ripercuotono in maniera pesante sulla qualità dei servizi sanitari offerti.