Teramo, quando il Pronto Soccorso si trasforma in una cella frigorifera: lettera aperta

ospedale_teramoTeramo. Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata alla nostra redazione e relativa ad un problema particolarmente sentito da coloro che si recano, loro malgrado, nel Pronto Soccorso dell’ospedale Mazzini di Teramo.

“Spett.le Redazione

Sento la necessità, sicuramente condivisa da molti utenti che in questi giorni di gelo (ma credo da sempre) sono stati costretti a ricorrere al servizio di pronto soccorso presso l’Ospedale ” Mazzini ” di Teramo, nella speranza che qualche responsabile della struttura la raccolga positivamente questa segnalazione e promuova qualche iniziativa per risolvere quanto segnalo di seguito. Lunedì mattina, nostro malgrado, siamo stati costretti a recarci in pronto soccorso all’ospedale di Teramo perchè un nostro familiare presentava seri problemi e, soprattutto tosse insistente che nel giorno prima e nella notte non gli avevano consentito di dormire nemmeno pochi minuti. Arrivati allo sportello “Accettazione ” abbiamo trovato persone molto disponibili che hanno ascoltato quanto il familiare lamentava. Come previsto dalla normativa, hanno assegnato un codice (del nostro caso giallo, e, quindi abbastanza urgente) e ci hanno invitato ad accomodarci in sala di attesa. Ci siamo avviati verso la cosiddetta sala di attesa e mentre percorrevamo il corridoio leggevamo diversi cartelli che vietavano la sosta lungo lo stesso corridoio e dietro le porte degli ambulatori per consentire un più agevole transito di eventuali barelle. Quel giorno di barelle, a causa della neve e del ghiaccio, ne sono arrivate veramente tante. Mentre ci portavamo verso la sala di attesa, mi chiedevo perchè tanta gente, incurante dei divieti, affollasse il corridoio e tutti gli slarghi antistanti gli ambulatori. Arrivati, abbiamo trovato la sala di attesa praticamente vuota e abbiamo impiegato non più di dieci secondi per capire perchè. E qui la mia segnalazione. Il motivo per cui la sala era vuota è il seguente: la sala comunica, tramite una serie di porte automatiche che si aprono e si chiudono senza soluzione di continuità, direttamente con lo spazio in cui possono accedere sia vetture private che ambulanze per il trasporto di persone al pronto soccorso. L’ambiente di questo spazio, pur coperto e chiuso dalle predette porte automatiche, era gelido e umido e folate di aria gelida invadevano la sala di attesa ogni qual volta le porte automatiche si aprivano, colpendo quei pochi malcapitati che, forse per troppa stanchezza fisica, utilizzavano le molte sedie a disposizione e in maggior parte vuote. Ma il problema di quella sala non era rappresentato solo dalle folate di aria gelida che entravano in continuazione. Il secondo e forse più grave problema era, e sicuramente anche ora è, rappresentato dal fatto che insieme all’aria gelida nella sala entravano tutti i gas di scarico delle autovetture e delle ambulanze, nonchè il fumo delle sigarette che molti ospiti dell’ospedale consumavano proprio davanti alle porte della sala dove qualcuno ha avuto la brillante idea di posizionare dei contenitori gettacarte-posacenere. Spero di avere reso chiaramente l’idea che lunedì mattina la sala di attesa dell’Ospedale “Mazzini” di Teramo era paragonabile più a qualcosa di simile a una cella frigorifero – camera a gas che a un luogo dove accompagnatori e ammalati in attesa di essere chiamati a visita avrebbero dovuti sostare. Per fortuna c’era il corridoio caldo dove si poteva cercare di non peggiorare il proprio stato di salute. Chi era al pronto soccorso quella mattina, la sala l’ha lasciata vuota, evitando di esporsi al gelo e ai fumi malefici dello scappamento di vetture e ambulanze e delle sigarette. Spero tanto che qualcuno verifichi quanto ho qui esposto e prenda provvedimenti a tutele della salute di chi è costretto a recarsi in quella sala.

 

Lettera firmata

 


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