Teramo. Vogliono difendere la loro scuola e non hanno alcuna intenzione di rinunciare al loro futuro e ai loro sogni. Quelli di costruirsi un mestiere, impararlo sui banchi di scuola e poi metterlo in pratica nel mondo reale, quello del lavoro.
Sono gli studenti dell’Istituto Tecnico Comi di Teramo che questa mattina, armati di striscioni e di tanta passione, sono tornati a protestare, dopo lo sciopero di ieri, davanti la sede storica di viale Bovio. Le ragioni le avevano spiegate ieri in una lettera aperta e le ribadiscono oggi, con calma e razionalità. Ma senza alcuna voglia di mollare.
“Non chiediamo nulla” dicono “vorremmo solo essere ascoltati e dire a quei politici che pretendono di decidere il nostro futuro che noi vogliamo rimanere qui e difendere i nostri diritti. Abbiamo scelto un percorso di studio, che è quello turistico, e andare al Di Poppa significherebbe studiare altro”.
Il Piano di dimensionamento scolastico, approvato nei giorni scorsi dalla Provincia e domani al vaglio della Regione, prevede infatti l’indirizzo musicale e sportivo per il classico di Teramo e Scenografia per il Liceo artistico, mentre i licei di Roseto e Giulianova dovranno confrontarsi per l’ottenimento degli indirizzi richiesti, rispettivamente l’alberghiero (da Roseto) e il turistico e classico-linguistico (da Giulianova). Tutto ciò per gli studenti del Comi avrebbe un’unica conseguenza: trasferirsi a Giulianova o Roseto oppure adeguarsi all’indirizzo del Di Poppa, l’alberghiero, rinunciando alla terza lingua. “Quello che facciamo in questa scuola” aggiungono “è il lavoro che abbiamo scelto di fare. Perché dovremmo rinunciarci?”. Già, perché?
Marina Serra
