In una lettera, la donna fa alcune importanti precisazioni.
“Il 21 febbraio”, scrive, “ho ricevuto un avviso di garanzia dal quale, per la prima volta, ho appreso di essere indagata dalla Procura della Repubblica de L’Aquila. Non so neppure cosa mi verrebbe, in ipotesi, rimproverato e quale sia l’ipotesi di reato di reato contestato dalla Procura, in quanto nell’informazione di garanzia non c’è scritto nulla di tutto ciò e non ho mai posto in essere fatti penalmente rilevanti”.
Soltanto dagli organi di informazione ho appreso che sarei indagata, assieme ad altre persone, per una ipotesi di corruzione.
Sono del tutto estranea ai fatti che mi vengono addebitati e neppure conosco i politici che assieme a me sarebbero indagati.
Nonostante ciò e nonostante il segreto istruttorio che dovrebbe ancora coprire il procedimento in parola, il mio nome e cognome sono stati sbattuti sulla cronaca locale e la circostanza sta già creando e, sicuramente, continuerà a creare un rilevantissimo danno sia alla mia immagine personale che a quella dell’attività da me gestita”.