Ad oggi, in provincia di Teramo, i fabbricati dell’Ater interessati dagli ultimi eventi sismici sono 157 per un totale di 1570 alloggi, che costituiscono il 60% del patrimonio immobiliare della locale Azienda territoriale per l’edilizia residenziale.
Per effetto delle ordinanze dei sindaci seguite ai sopralluoghi della Protezione civile, sono stati sgomberati ben 452 appartamenti, di cui 319 soltanto nel capoluogo. A Teramo, dei 30 edifici sgomberati, 9 sono stati classificati come “E”, dunque sono totalmente inagibili, mentre a 21 è stata attribuita la classe “B”, ciò significa che hanno subito danni più lievi ma sono “inutilizzabili” e potranno essere rioccupati se sottoposti ad alcuni lavori di rafforzamento o eventuale miglioramento.
È questa, in sintesi, la situazione in cui versano attualmente gli immobili dell’Ater Teramo che, naturalmente, si riflette in maniera pesante sugli inquilini con comprensibili disagi. Di fronte a questa situazione, sin dall’inizio dello sciame sismico che si è protratto per mesi ed è tuttora in corso, l’Ater Teramo ha da subito impegnato tutte le risorse professionali ed economiche disponibili per gestire l’emergenza, destinando da subito 300 mila euro alle operazioni di verifica dei danni conseguenti alle continue scosse nonché agli interventi di messa in sicurezza per la salvaguardia dell’incolumità pubblica e, inoltre, chiedendo alla Regione l’assegnazione di ulteriore personale tecnico, in particolare ingegneri civili. Da considerare infatti che gli edifici devono infatti essere monitorati ad ogni nuovo evento sismico.
“Siamo di fronte a un’emergenza eccezionale – dichiara l’amministratore unico, l’architetto Armando Rampini – che ha coinvolto buona parte del nostro patrimonio immobiliare e ha richiesto e richiederà uno sforzo eccezionale per controllare e mettere in sicurezza tutti gli edifici danneggiati. Servono risorse ingenti, professionali ed economiche, per superare lo stato di crisi e restituire la casa alle famiglie degli inquilini, sgomberati non certo per nostra volontà ma per effetto di ordinanze dei sindaci. Questi, a loro volta, prendono atto dell’esito dei sopralluoghi delle autorità di Protezione civile preposte e, in particolare a Teramo, si sono chieste approfondite verifiche nonché relazioni che richiedono tempo e risorse umane. La situazione è molto difficile anche perché lo sciame sismico è ancora in atto e ogni volta si rischia di ricominciare da capo. Chiedo a tutte le famiglie che sono state costrette a lasciare l’abitazione di avere pazienza, ci stiamo impegnando al massimo e contiamo di farle rientrare nelle case loro assegnate dopo che avremo accertato puntualmente la quantificazione economica di tutti i danni e concluso i lavori di riparazione. Da parte mia assicuro, com’è avvenuto sempre, la massima disponibilità del nostro personale ad esaminare tutte le situazioni affinché i disagi, per quello che è possibile, siano attenuati. Anche per questo abbiamo intenzione di aggiornare costantemente i diretti interessati e la collettività rendendo più frequenti e periodiche le nostre comunicazioni”.