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Università Teramo: tasse obbligatorie per laboratori non usufruibili

Teramo. Dopo il “termine a sorpresa” per pagare la retta universitaria, lamentato ieri dagli studenti dell’ateneo teramano, oggi alcuni iscritti alla Facoltà di Scienze della comunicazione avanzano una nuova protesta, contro il contributo per i laboratori: 100 euro per attività non usufruibili.

Scienze della Comunicazione, fin dalla sua separazione dalla Facoltà di Scienze Politiche, è sempre stata considerata dagli stessi frequentanti una “figlia minore e minorata” dell’intera Università degli Studi di Teramo. Mai lanciata totalmente, prossima alla ventilata chiusura e al riaccorpamento con la sorella più autorevole, pochi iscritti a corsi in via d’estinzione e, senza dubbio, attività di laboratorio ridotte ai minimi termini. Eppure, come lamentano alcuni iscritti al corso magistrale in  Produzione artistica e nuovi linguaggi, chiamato “corso fantasma”, l’Università pretende il pagamento obbligatorio, entro il 12 gennaio, di un contributo per le attività laboratoriali di 101 euro. Una discussione accesa, che passa tra i forum e Facebook, divide le opinioni:quelle degli studenti, che trovano paradossale dover pagare cifre così elevate, seppur consolatorie rispetto a quelle ben più alte imposte da altri atenei, per attività assenti o risicate, o addirittura che debbano pagarle i numerosi studenti fuori sede o comunque non frequentanti (magari lavoratori) che non ne farebbero uso nemmeno se esistessero; e quelle dei rappresentanti studenteschi, e dei componenti dei Consigli di Facoltà, che controbattono con una mancata e precedente partecipazione lamentante degli studenti, prima che la tassa venisse approvata e divenisse esecutiva.

Una difesa che, in ogni caso, prende adito dalla bassa frequenza studentesca della Facoltà, che da sempre ospita ragazzi fuori sede e, paradossalmente rispetto al proprio titolo, scarsamente comunicativa in termini multimediali. I futuri comunicatori, annosamente, denunciano come sia difficilmente reperire informazioni telefonicamente o attraverso il sito internet d’ateneo; anche in questo caso, quindi, sarebbe venuto a mancare un incontro informativo per notificare agli studenti quale sarebbero state le attività finanziate dalla tassa in aggiunta alla regolare retta annuale. Insomma, per tutti l’impressione è che il “contributo laboratoriale” sia una ciambella di salvataggio contro l’ondata di crisi che si abbatte sull’Italia e, in prima linea, sul futuro di chi cerca di farla uscire dalla sua stessa critica situazione.

Per il momento, il Preside di Facoltà, Luciano D’Amico ha reagito inviando agli studenti la seguente nota:

Cari studenti, ho letto alcune critiche in merito al contributo specifico e vorrei su questo punto contribuire a fare la massima chiarezza possibile. Nel ricordare sin da ora che tutto ciò che riguarda il contributo specifico viene discusso e deliberato dalla commissione paritetica studenti-docenti, in attesa di avere la determinazione esatta dell’ammontare dell’importo a.a. 2011/2012, vi comunico sin da ora che proporrò in una Assemblea aperta a tutti gli studenti di Facoltà la discussione e l’approvazione circa l’utilizzo delle risorse disponibili.

Ma a rispondere c’è la considerazione, passata sui social network, di una studentessa pronta alla resa, ad abbandonare l’Università degli Studi di Teramo proprio perché scoraggiata dal disservizio complessivo: “Io credo che loro puntino proprio sull’assenteismo degli studenti in queste occasioni. Io finché ero frequentante partecipavo, ma adesso che non frequento più e che sono impegnata in stages e lavoro mi rimane impossibile e nemmeno mi arrivano le notizie di questi consigli. Ovviamente per tutti gli studenti lavoratori e fuori sede è così. I pochi che partecipano sono i frequentanti più coscienziosi, che in un modo o nell’altro usufruiranno dei benefici del contributo specifico. Ed è così che passano queste proposte senza senso”.

 

Daniele Galli