Teramo, tre a processo per la morte del pilota Stefano Bandini

“Sono stati necessari 12 anni di indagini e di continue istanze, solleciti e perizie, passati tra un’archiviazione, una richiesta di riapertura delle indagini, una nuova richiesta di archiviazione seguita da opposizione, accolta, ed infine un’udienza preliminare terminata con tre rinvii a giudizio e due posizioni ancora da esaminare, per avere un accenno di giustizia”.

E’ il commento dell’avvocato Gianluca Pomante dopo che l’udienza preliminare odierna ha stabilito di mandare a processo tre vertici della Protezione civile toscana per la morte dell’allora 38enne pilota teramano Stefano Bandini, impegnato in Versilia nel 2005 durante un’operazione antincendio a bordo di un canadari insieme al collega e amico Claudio Rossetti, di Siena.

“Non erano in stato di ebbrezza i piloti Stefano Bandini e Claudio Rosseti, quando il loro Canadair, nell’attività di spegnimento incendi nei cieli di Forte dei Marmi – prosegue Pomante – precipitarono nei pressi di Vittoria Apuana, perdendo la vita, dopo un impatto con un traliccio dell’alta tensione e lo svilupparsi di un incendio devastante a bordo dell’aeromobile. Due eroi che decisero di sacrificare la loro vita per non rischiare di cadere sull’ospedale nel tentativo di raggiungere il mare. Motivo di assegnazione della medaglia d’oro al valore civile sulla quale, finalmente, non pende più alcun sospetto”.

Erano presenti alla discussione e alla lettura del dispositivo, il papà ed il fratello di Stefano, Livio e Andrea; non c’era, purtroppo, Liliana, la madre, uccisa da un male incurabile diversi mesi fa. C’erano anche i familiari di Claudio Rosseti, l’altro pilota. Tutti hanno accolto la notizia con comprensibile emozione mista a rammarico, avvocati inclusi.

Sono stati quindi rinviati a giudizio T.E., Responsabile della Sala Operativa Unificata Permanente di Firenze, B.R., Direttore delle Operazioni a terra e D.N.D., Responsabile del Servizio Forestazione ed Agricoltura della Comunità Montana Alta Versilia, per non aver correttamente adempiuto agli obblighi loro imposti dalle norme in materia di spegnimento incendi tramite aeromobili e quindi, per negligenza, imprudenza, imperizia, consistenti nel non aver garantito, ciascuno per quanto di propria competenza, le condizioni di sicurezza delle operazioni di spegnimento, determinando con la loro condotta omissiva il disastro aereo.

Prossima udienza fissata al 3 marzo, per il Responsabile del Centro Operativo Aereo Unificato di Roma, la cui posizione, in caso di rinvio a giudizio, potrebbe essere riunita a quella degli altri indagati il 28 aprile. Tutto da rifare, invece, per il legale rappresentante della Sorem Srl, a causa della restituzione degli atti al PM per vizio di notifica risalente all’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

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