Scuole sicure. E’ questa la richiesta del Comitato genitori delle scuole di Isola del Gran Sasso che ha organizzato per questa mattina, giorno in cui era previsto il rientro in classe degli alunni delle elementari in mattinata e delle medie nel pomeriggio, una manifestazione di protesta, viste le soluzioni niente affatto rassicuranti che sono arrivate dal sindaco, Roberto Di Marco, “costretto” a riaprire le scuole per garantire il diritto allo studio.
Primo cittadino che, nella doppia veste di padre e sindaco, ha voluto essere solidale con i genitori, manifestando insieme a quanti hanno scelto di non far entrare i propri figli in classe. Una iniziativa riuscita, visti i numeri, che ha contato solo una trentina di ragazzi, rispetto ai circa 160 in totale, che hanno varcato la soglia della scuola.
La preoccupazione dei genitori, infatti, riguarda la sicurezza di un edificio, la scuola elementare appunto, che dopo le verifiche della protezione civile è stata classificata con la categoria B e che, nonostante i lavori in somma urgenza fatti per l’adeguamento necessario, non fornisce le giuste garanzie ai genitori. L’edificio, inoltre, deve ospitare nel pomeriggio anche i ragazzi delle medie per il turno pomeridiano.
“Già dopo la scossa del 30 ottobre”, spiegano i genitori, “i ragazzi delle medie furono trasferiti dalla sede di Isola, risultata inagibile, a due edifici di Cerchiara da un anno inutilizzati, classificati anch’essi come B. Ma dopo il 18 gennaio anche questi sono risultati inagibili. Chi ci garantisce, quindi, che la scuola elementare sia davvero sicura, visto anche quanto detto dalla Commissione Grandi Rischi?”
“E’ una situazione davvero difficile per me”, conferma Di Marco, “e mi sento in una posizione davvero scomoda. Finora, infatti, abbiamo ricevuto a parole tante rassicurazioni da parte di tutti gli enti ma di fatti concreti ancora non c’è nulla. Per questo motivo abbiamo deciso di attendere ancora una settimana e, se non ci saranno atti ufficiali, provvederemo come amministrazione ad acquistare da soli un container o un musp per i nostri ragazzi”.
I genitori, intanto, da parte loro, continueranno a mantenere questa linea fino a quando non avranno certezze, proseguendo nel non mandare i propri figli in classe e organizzando anche altre forme di protesta.