Teramo. Raffaele Paciolla, l’agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Ascoli Piceno ed amico di Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, è stato scoltato questa mattina dai pm teramani Davide Rosati e Greta Aloisi che indagano sul delitto.
Il confronto tra l’agente, sentito come persona informata sui fatti, e i magistrati si è protatto per quasi quattro ore, durante le quali l’uomo ha precisato i contorni di alcune circostanze riferite dallo stesso Parolisi e che erano risultate in contraddizione con quanto invece dichiarato dallo stesso Paciolla. Al centro dell’audizione, in particolare, il dettaglio delle fotografie scattate al cadavere con il cellulare dall’agente penitenziario riferito da Parolisi a pochi giorni dal ritrovamento del corpo della vittima e smentito dallo stesso Paciolla. Parolisi aveva infatti mostrato di conoscere la posizione in cui il cadavere delle moglie era stato rinvenuto nei pressi del chiosco di Ripe, pur non essendo stato sul posto: alla contestazione aveva detto di aver visto le foto scattate dall’amico Paciolla. Proprio questa contraddizione era stata alla base di una discussione tra con l’agente di polizia penitenziaria, che aveva poi consegnato agli inquirenti il cellulare per dimostrare la non veridicità delle dichiarazioni di Parolisi. Al momento la Procura teramana non ha in programma altre audizioni.
Nel frattempo, il caporalmaggiore dal carcere, attraverso i suoi legali, ha chiesto di voler vedere la figlia, che nei giorni scorsi ha anche sentito al telefono.