Prima di lanciare allarmi ingiustificati, ovviamente, bisognerà attendere l’esito delle analisi nel terreno, ma il sospetto che nel corso degli anni il percolato dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti (ancora sotto sequestro e in attesa di essere bonificato), possa aver contaminato le aree circostanti, allo stato attuale, ha qualche fondamento. L’anomalia, che solo le verifiche potranno chiarire, è emerso durante i lavori di estrazione di una cava di ghiaia, autorizzati dalla Regione, ed effettuati in un’area ad est della discarica, praticamente attigua allo stesso. La vicenda si innesta nel ragionamento avviato, da tempo, sulla necessità di chiudere e mettere in sicurezza la discarica. Se i dati, che tra non molto dovranno essere resi noti, dovessero confermare la contaminazione, a quel punto anche lo stesso terreno andrebbe bonificato e comunque il proprietario a quel punto chiederebbe i danni all’ente per quanto accaduto. Semplici supposizioni, al momento, in attesa di far luce sulla vicenda.