Cirsu, i dubbi del M5S sulla vicenda dei rifiuti radioattivi a Grasciano

Gli impianti del Cirsu, a Grasciano, ancora al centro di un dibattito dopo le note vicende legate alla presenza di rifiuti radioattivi nella struttura.

A sollevare nuovi dubbi e perplessità sono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle ed i gruppi della provincia di Teramo che pongono una serie di quesiti sulla delicata vicenda. A cominciare dall’ispezione nelle strutture. Se il rilievo della radioattività è avvenuto il 24 novembre, perché le autorità territoriali hanno fatto l’ispezione il 12 dicembre?

E perché il Cirsu ha bloccato le attività solo il 7 dicembre anche se si sapeva già prima di un allarme radioattività? I pentastellati vogliono anche sapere perché ad oggi non è stata emessa alcuna nota ufficiale sulla vicenda da parte degli organi istituzionali come ad esempio la Regione.

Negli impianti del Cirsu sarebbero finiti rifiuti contenenti Iodio-131, un elemento che si trova soprattutto nelle strutture ospedaliere. Quindi a Grasciano sarebbero stati scaricati materiali che lì non avrebbero mai dovuto finire. Ci si chiede anche se i lavoratori sono stati sottoposti a controlli clinici per escludere eventuali contaminazioni.

Insomma, diversi sono i dubbi che il Movimento 5 Stelle della provincia di Teramo solleva e nei confronti dei quali attende delle risposte concrete dagli organi competenti. Qualche critica viene mossa anche all’indirizzo di Franco Gerardini, dirigente regionale dell’area rifiuti che ha autorizzato la riapertura degli impianti a Grasciano dopo la chiusura di tre giorni per la presenza di elementi radioattivi.

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