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Cocaina dal Sudamerica per la ‘ndrangheta: 17 arresti. Coinvolti anche tre teramani

Teramo. Tocca anche l’Abruzzo, e la provincia Teramana, l’indagine su scala nazionale che ha portato alla luce una ramificata organizzazione internazionale, con agganci in Colombia e Spagna, che avrebbe dovuto importare un ingente quantitativo di cocaina dell’Ecuador (si parla di 1.500 chili), che sarebbe poi stata depositata, in attesa di essere smaltita e dunque collocata sul mercato, in alcune aziende tra Giulianova e Mosciano.

 

L’operazione, coordinata dalla procura di Bologna, ha portato all’arresto di 17 persone (tra italiani, colombiani e spagnoli). Tra le ordinanze di custodia cautelare, emesse del gip della procura felsinea su richiesta della direzione distrettuale antimafia, figurano anche tre teramani: Marco Di Maurizio, 30anni, di Giulianova, Antonio Grillo, di 32, di origini calabresi ma domiciliato a Corropoli e Claudio Zippilli, 47anni, residente a Sant’Omero. Tutti i destinatari delle misura cautelari sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cospicue quantità di sostanze stupefacenti dal Sud-America all’Italia. All’operazione, relativamente all’esecuzione delle misure cautelari, hanno preso parte anche gli agenti della squadra mobile della questura di Teramo. Solo uno dei tre teramani destinari del provvedimento, però, era presente in zona (Marco Di Maurizio), mentre Grillo e Zippilli sono stati arrestati in Calabria, dove erano in vacanza. Tutta l’indagine, partita nell’agosto di un anno fa, avrebbe consentito di raccogliere una serie di elementi probatori, circa l’attivismo di un associazione criminale calabrese, affiliata al clan Mancuso di Limbadi (Vivo Valentia), che ha degli interessi economici a Bologna. Nell’ambito dell’indagine, sarebbe emerso il progetto di portare in Italia una grossa partita di cocaina, a bordo di un aereo, individuato nell’hangar dell’aeroporto internazionale di Quito, in Ecuador. La partita di polvere bianca doveva fare scalo in Slovenia e poi trasportata nel Teramano, in alcuni posti “sicuri” in attesa poi di essere smistata.