Nuovo sequestro dello chalet sul mare a Cologna Spiaggia. In serata gli uomini dell’Ufficio Locale Marittimo di Roseto hanno apposto i sigilli alla struttura. Un sequestro di polizia giudiziaria, con provvedimento firmato dal pubblico ministero Silvia Scamurra dopo la relazione delle autorità marittime.
Accertato infatti che quell’immobile non è stato rimosso, nonostante la prescrizione della Sovrintendenza dei Beni Ambientali che ne ordinava appunto lo smantellamento, trattandosi di manufatto prefabbricato in legno, al termine della stagione estiva. Le autorità marittime, alla presenza dei titolari dello chalet hanno notificato il provvedimento che è stato emesso perché la struttura occupa abusivamente un tratto di demanio.
I proprietari non hanno rispettato la prescrizione di Comune e Sovrintendenza che appunto prevedeva la rimozione dopo il 15 settembre. Operazione che non è mai avvenuta in quanto i titolari hanno impugnato il dispositivo di rimozione, così come hanno impugnato anche il provvedimento di sequestro ed abbattimento emesso dall’Ufficio Tecnico del Comune di Roseto, lo stesso che per la verità aveva rilasciato l’estate scorsa le autorizzazioni a costruire quella struttura.
Il Tribunale Amministrativo dell’Aquila aveva concesso la sospensiva, impedendo quindi la demolizione dello chalet. Ma il provvedimento comunque di rimozione per la capitaneria di porto è rimasto in vigore. E non essendo quindi stato eseguito, dalle indagini è emersa l’occupazione abusiva del demanio. La storia dello chalet sul mare a Cologna ha scatenato non poche polemiche con denunce e controdenunce presentate da altri operatori turistici della zona nei confronti di chi ha realizzato quell’opera.
In realtà non c’era stato alcun abuso in virtù proprio delle autorizzazioni che erano state rilasciate dagli organi competenti. Che però si erano basati tenendo conto delle carte che erano state presentate a corredo del progetto relativamente alla linea di costa. Una linea di costa spostata di 25 metri in avanti. Perché 15 anni fa il mare in effetti era più indietro, prima che l’erosione spazzasse via un ampio tratto di costa ghiaiosa.
Quindi qualcuno, anche del Comune, avrebbe dovuto richiedere un aggiornamento delle carte demaniali relativamente alla nuova linea di costa. E forse le autorizzazioni a realizzare il manufatto, che per la verità non ha mai aperto i battenti, non sarebbero state mai rilasciate. Intanto, sarà il pm Silvia Scamurra a valutare eventualmente l’ammenda nei confronti dei proprietari della struttura per mancato rispetto dell’ordinanza di rimozione dello chalet.