“Si ripete di nuovo una visione surreale” dichiara. “Un parco fluviale con pochissima acqua (il Vezzola ormai in molti mesi dell’anno ha una portata quasi inesistente a causa delle captazioni) e senza piante! La solita motivazione della tutela idraulica non può più essere sostenuta, soprattutto alla luce della recente alluvione. È noto a tutti che rendere artificialmente rettilineo un fiume non fa che aumentare la velocità dell’acqua in caso di piena con l’effetto di spostare i problemi di esondazione semplicemente di qualche chilometro. Senza considerare, poi, che comporta una profonda modifica degli apporti di materiale solido indispensabile per ricreare la spiaggia colpita dall’erosione. Interventi come quelli in corso di realizzazione sul Vezzola, dal punto di vista biologico, fanno sì che il corso d’acqua, in assenza di vegetazione ripariale, perda la sua capacità autodepurante aumentando così il carico inquinante che arriva al mare. Si tratta, oltretutto, di continuare a buttare soldi pubblici in acqua attraverso interventi molto costosi (nel caso del Vezzola oltre 90mila euro), che durano pochissimi mesi perché alla prima pioggia il fiume riprende il suo tracciato originario”.