Una vita difficile che ha portato al gesto disperato di questa mattina. L’uomo è rimasto davanti al Municipio, sostenuto da un’assistente sociale, da due agenti della Polizia Municipale e da due carabinieri, dalle 7 alle 10, quando è arrivato il vicesindaco, Gabriele Filipponi (Mastromauro era impegnato in un’udienza, ndr).
Si sono seduti al bar e Luciani ha spiegato al vicesindaco la propria situazione e la difficoltà di arrivare a fine mese. Precisando di non volere la carità ha lanciato anche un’accusa ai politici, colpevoli di aiutare gli stranieri: “Io sono di Giulianova, a me non mi aiutate, e la casa la date agli extracomunitari”.
Dopo il chiarimento con il vicesindaco, che si è impegnato a valutare il caso con attenzione, Luciani è salito al bordo dello scooter, prestato dal figlio, ed è tornato nella sua abitazione nelle vicinanze della stazione di Giulianova.
Solidarietà di Forza Nuova. La segreteria provinciale teramana del movimento Forza Nuova esprime solidarietà nei confronti del signor Luciani, il pensionato che si è incatenato per protestare contro la mancata assegnazione di un alloggio popolare. “Le amministrazioni locali ed i governi di destra e sinistra, drogati di politicamente corretto, perseverano – si legge nella nota – nella polverizzazione del tessuto sociale nazionale a favore di immigrati, comunitari ed extracomunitari, che arrivano nel nostro Paese sotto la spinta del guadagno facile e delle morbidissime leggi che gli consentono di prendere possesso di intere porzioni di territorio in maniera impunita e arrogante. Auspichiamo che il comune di Giulianova prenda in seria considerazione il grido di dolore del signor Luciani garantendogli, nè più nè meno, ciò che è in suo diritto”.
Rifondazione Comunista attacca le giunte Pd sull’edilizia popolare. “Non rimanendo con le mani in mano in attesa delle riforme sulle vecchie leggi regionali in materia di edilizia pubblica da subito dare risposte concrete a tutte quelle persone che hanno veramente bisogno di una casa” è il commento di Rifondazione Comunista di Giulianova sulla problema casa in città. Rifondazione afferma di conoscere, nel periodo in cui governava la città (2004-2007), “bene il problema della emergenza abitativa a Giulianova avviando una seria e concreta ricerca di abitazioni occupate impropriamente, scovando abusi e soprusi (spesso anche riconosciuti dall’opposizione). Nel 2006 ha presentato e ottenuto dalla Regione Abruzzo finanziamenti (650 mila euro ) per il progetto denominato “Medea” un centro residenziale per donne sole”. Dopo esser uscita dalla maggioranza nel 2007 le due giunte Pd, secondo la segreteria di Rifondazione Comunista di Giulianova, avrebbero “convertito le zone destinate ad alloggi pubblici in zone residenziali private togliendo la possibilità di risposte alla politica dall’emergenza abitativa sollevate da rifondazione. Che fine ha fatto il progetto Medea? Che fine ha fatto la politica per l’emergenza abitativa/ case popolari? Il sindaco e la sua giunta si rendono conto dei danni sociali che hanno causato? Oppure le uniche istanze degne di attenzione solo quelle dei palazzinari? “ sono i quesiti della sinistra giuliese che esprime “solidarietà a chi si incatena per avere una casa popolare,un gesto estremo, per rendere partecipe tutta la città delle proprie difficoltà”.