La delegazione di genitori preoccupati per lo stato di salute delle due scuole di via Oberdan (elementare e media) questa mattina si è spostata negli uffici comunali. Obiettivo aprire un confronto con il commissario (l’incontro non era programmato) e provare ad individuare strade utili per accrescere le certezze (per la verità poche ascoltando i genitori) sullo stato di salute dei due edifici scolastici realizzati a metà degli anni ’50.
Tarricone ha aperto le porte del suo ufficio ed ha colloquiato a lungo con i genitori presenti. Partendo, però, da alcuni punti fermi. Di certo, e la cosa l’ha rimarcata subito, l’aver enfatizzato la situazione di allarme sulla questione scuole, non l’ha gradita, facendo intendere che sottotraccia aleggia una forma di strumentalizzazione di natura politica ed elettorale. A parte la chiosa, il commissario ha ribadito che le scuole sono sicure e che nelle verifiche, attraverso il personale dell’ente e delle professionalità che hanno collaborato, è emerso che le stesse sono “frequentabili”. “ Sono state usate tutte le accortezze del caso e per il Comune la scuola può essere utilizzata”, ha detto. “Poi se qualcuno i figli non vuole mandarli perché ha paura, sono scelte personali”. Nel botta e risposta tra il commissario e la delegazione dei genitori, sul tavolo sono state messe varie questioni, che poi vanno oltre l’ansia generata dalle scosse di terremoto. Dalle “aule pollaio” alla stabilità del solaio alla vetustà dell’edificio scolastico. Tutte questioni note da tempo, riportate in auge ora che il terremoto ha fatto salire nuovamente l’indice di preoccupazione.
Sopralluoghi. I genitori hanno protocollato una richiesta di verifiche, che poi è la stessa che hanno consegnato alla dirigente scolastica. Il commissario ha stoppato la possibilità di far intervenire i vigili del fuoco, mentre valuterà la richiesta dei genitori di far effettuare delle verifiche ad un tecnico esterno alla macchina comunale. Verifiche eventuali, ha detto, non certo carotaggi. La riunione mattutina, ovviamente, ha riproposto un clima di preoccupazione che come detto, il terremoto (che a queste latitudini non ha prodotto danni), ha solo amplificato.
Soluzione alternative? Al momento non ne esistono, visto che l’Ente non dispone di eventuali spazi dove poter eventualmente dirottare parte delle attività didattiche, visto che i lavori di adeguamento sismico in via XX Settembre non sono conclusi. Si è anche detto che una diversa logistica con i doppi turni per gli studenti potrebbe calmierare alcune delle criticità che affliggono l’edificio scolastico. Problemi annosi, generati dal passato e da “non scelte” effettuate sulle scuole.
Scuola San Giuseppe. La vera emergenza pratica, invece, in queste ore è rappresentata dalla scuola materna partitaria di San Giuseppe, nel cuore del centro storico. I sopralluoghi effettuati dai tecnici dell’Asp, che gestiscono la struttura scolastica, hanno disegnato un quadro peggiorato dopo la scossa del 30 di ottobre. Relazione che evidenzia la necessità di effettuare, al più presto, gli adeguamenti sismici, per i quali esiste un progetto preliminare. Il commissario Tarricone, già venerdì scorso, ha firmato una nuova ordinanza per la chiusura della scuola in attesa di verifiche più accurate da parte dei tecnici della Protezione Civile. Saranno loro a stabilire se la scuola potrà riaprire. In caso contrario bisognerà trovare una soluzione alternativa e dare ospitalità ai 44 bimbi che la frequentano.
Sfollati. Nelle strutture ricettive di Tortoreto alloggiano poco meno di 500 sfollati in arrivo dalla zone terremotate soprattutto dalle Marche. In queste ore sta emergendo il problema legato alla necessità di assicurare la continuità didattica agli sfollati in età scolare. Sono al momento 15 gli studenti che nei prossimi giorni saranno iscritti, in maniera temporanea, nelle scuole elementari e medie del Lido.