Dino Salvati: la famiglia chiede chiarezza sulla morte del pizzaiolo di Tortoreto

dino_salvatiTortoreto. Non aveva ancora compiuto 30 anni, Dino Salvati, piazzaiolo di Tortoreto, morto in un letto di ospedale a Palma de Maiorca, dove si era trasferito per lavoro, nel febbraio del 2010. A più di un anno dall’improvvisa scomparsa, che presenta ancora dei lati oscuri, la famiglia della sfortunato pizzaiolo chiede chiarezza sulla vicenda e di individuare, se ve ne sono, delle responsabilità di altre persone.

 

Dopo 16 mesi dalla tragedia (Dino Salvati fu ricoverato in ospedale dopo aver accusato il malore nella sua abitazione, per poi spirare il giorno successivo), però, la vicenda presenta ancora una serie di elementi da chiarire: dalla vera causa del decesso (le autorità spagnole hanno parlato di overdose, ma non hanno mai consegnato alla famiglia la cartella clinica e l’esito dell’autopsia) e se qualcuno possa in qualche modo avere delle responsabilità nella vicenda, relativamente al malanno accusato da Salvati prima di finire in ospedale. Nelle settimane successive alla scomparsa dal pizzaiolo tortoretano, la sorella, Monia Salvati, presentò una denuncia ai carabinieri. Lo scorso ottobre, la procura di Teramo ha chiesto l’archiviazione del procedimento perché, come sostengono gli inquirenti, sulla vicenda ha giurisdizione l’autorità spagnola. La famiglia di Salvati, però, ha chiesto la riapertura del fascicolo d’indagine. “ Nei mesi scorsi”, racconta Monia Salvati, “ abbiamo chiesto di riaprire l’indagine, perché riteniamo che una serie di aspetti controversi, legati alla vicenda, devono ancora essere chiariti. Ad oggi, però, ancora non ci hanno fatto sapere nulla, compreso il fatto che a distanza di oltre un anno, ancora non siamo entrati in possesso delle cartelle cliniche. Di come siano andate le cose, ci siamo fatti un’idea, ma chiediamo che la magistratura faccia luce su una morte che per noi è sospetta”.

 

 

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