L’Aquila. La Corte d’Assise d’Appello de L’Aquila ha confermato la condanna, a 14 anni per uxoricidio inflitta lo scorso 11 novembre a un operaio albanese, Shkelqim Koni, che nel gennaio del 2010, a Villa Rosa di Martinsicuro, uccise a coltellate la moglie Rudina, di 33 anni. In sede di appello, la giuria (presidente Fabrizia Franca Bandera, a latere Luigi Catelli) ha ritenuto sussistenti gli elementi per il riconoscimento delle attenuanti generiche e ha applicato nei confronti dell’albanese (difeso dall’avvocato Fedele Ferrara) lo sconto di un terzo della pena previsto per la scelta del rito abbreviato. Koni, detto Jimmy (nella foto), la notte del 19 gennaio 2010 si accanì con un coltello da cucina sulla gola e sul corpo della moglie, con cui era sposato da 16 anni, mentre i figli dormivano nella stanza accanto, al culmine di una violenta lite scaturita dalla decisione della donna di lasciarlo. Fu lo stesso Koni, incensurato e in Italia da 30 anni, a chiamare i carabinieri.
