Ascoli. “Portatemi chi è stato, questo dovete fare”. Con queste parole Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea, si difende ai microfoni della trasmissione di Rete4 “Quarto Grado”.
È l’ultima delle dichiarazioni del caporal maggiore, visibilmente stanco dopo giorni di indagini e di interrogatori per risolvere quello che lo stesso pm di Ascoli Piceno ha definito ieri “un vero rompicapo”. L’uomo ha ribadito che “i miei sbagli non c’entrano con il delitto” con chiaro riferimento ai dubbi sollevati sul suo conto fin dal 20 aprile, giorno del ritrovamento della giovane mamma di Somma Vesuviana nella pineta di Ripe di Civitella. Ammette i suoi errori Salvatore, ma si appella comunque a giornalisti e inquirenti perché sia trovato al più presto l’assassino di sua moglie. “Sono una persona distrutta” aggiunge poi “e non voglio che si continui a far soffrire la mia famiglia, la sua famiglia, tutte le persone che la conoscono e sentire tutte queste cose su di me”.
Intanto è stato concesso il nulla osta per la restituzione della salma di Melania, il cui funerale si svolgerà probabilmente all’inizio della prossima settimana a Somma Vesuviana. Lo ha confermato oggi a Teramo il fratello della vittima, Michele Rea, presente all’obitorio assieme a uno zio per conoscere l’esito del nuovo esame cadaverico. Visibilmente provato, l’uomo ha detto infatti di essere in attesa dei risultati dell’ispezione e di non avere dubbi sulla non colpevolezza del cognato. “Nulla è cambiato rispetto a qualche giorno fa” ha spiegato Michele Rea. “Credo nella sua innocenza”.