Un detenuto della casa circondariale di Castrogno è ricoverato nel reparto di rianimazione dopo aver ingoiato oggetti vari in carcere. L’episodio è avvenuto ieri sera e si tratta della seconda volta che lo stesso detenuto prova a togliersi la vita in questo modo.
L’episodio, ancora una volta, giunge a seguito di una situazione esplosiva all’interno dell’istituto – sottolinea il segretario provinciale del Sappe, Cleto Pallini – infatti, tali eventi coincidono, quasi sempre con la concomitanza di assegnazione di numerosi detenuti riottosi e ingestibili in altri istituti del PRAP in un penitenziario come quello di Teramo già disastrato per la caotica organizzazione dovuta alla concomitante gestione di ben cinque differenti circuiti penitenziari in un unico padiglione detentivo a “custodia aperta” controllati in modalità di vigilanza dinamica”.
“Nonostante tutto – prosegue il sindacato – questi detenuti, seppur gravati da numerosi comportamenti contrari al Regolamento penitenziario, alcuni dei quali gravissimi, rimangano stanziati a Teramo. Oltre quanto sopra si evidenzia altresì che un detenuto già in passato sottoposto a sorveglianza a vista ha tentato di suicidarsi tramite impiccagione è nuovamente ri-sottoposto alla vigilanza della “sorveglianza a vista”, altro detenuto invece è stato sorpreso a fare preparativi per un tentativo di fuga e in ultimo si segnala il servizio di due piantonamenti in atto, uno fuori comune del detenuto sopra menzionato e di altro presso l’ospedale civile di Teramo, circostanze queste che vanno ancor di più ad aggravare la carenza di personale che ogni giorno si vedono costretti a rinunciare al riposo settimanale e alle ferie (alla data di oggi sono circa 14.000 le giornate di ferie che devono recuperare ) per garantire l’ordine e la sicurezza interna”.
E conclude: “In ogni caso, emergono ancora una volta gravi condizioni operative in cui versa il personale, ampiamente documentate dal Sappe con precorsa corrispondenza, senza tuttavia, che siano state assunte iniziative concrete e pertinenti per porvi rimedio e prevenire situazioni critiche che, a questo punto, devono purtroppo considerarsi più che probabili, proprio in relazione a circostanze sempre meno contrastabili. Occorre, in particolare, insistere su una specifica deficienza organica, quantificabile in termini di circa 30% delle previsioni ministeriali, in un contesto già di per sé caotico. E’ necessario assumere iniziative urgenti per ristabilire la sicurezza della sede teramana e la serenità operativa, disponendo un incremento del contingente e rivisitando l’organizzazione complessiva”.
Il Sappe ha fatto presente ancora una volta la situazione alle autorità competenti.