Quello che è accaduto a Leo quattro anni fa è ancora avvolto nel mistero. Il corpo, completamente divorato dalle fiamme, venne ritrovato all’interno dell’auto di proprietà della mamma del giovane teramano, una Clio bianca. Le indagini, coordinate allora dal sostituto procuratore Valentina D’Agostino, non hanno mai chiarito se si sia trattato di un incidente, di suicidio o omicidio, anche se i genitori sono convinti che il loro giovane figlio sia stato ucciso.
Per questo chiedono con forza che il caso non venga chiuso in un cassetto, come richiesto dal sostituto procuratore Bruno Auriemma, che ha firmato la seconda richiesta di archiviazione (la prima era stata respinta nel 2010).
La famiglia e gli amici di Leo chiedono che giustizia sia fatta. Per non spegnere i riflettori su una vita portata via troppo in fretta.