Corropoli. Da oltre un anno, le undici lavoratrici della Texkia Srl, la stireria industriale con sede a Corropoli, non ricevono gli stipendi dovuti: mensilità arretrate, accordi sottoscritti e mai rispettati. Una situazione diventata oramai incresciosa, tanto da spingere le operaie, in prevalenza donne straniere, a richiedere un incontro al Prefetto di Teramo, Eugenia Soldà. Una richiesta che è stata accordata e che vedrà le lavoratrici della stireria vibratiana recarsi nel Palazzo della Prefettura il prossimo 12 maggio.
“Purtroppo” scrive Emanuela Loretone della Filctem Cgil “le lavoratrici, considerando che non è mai stata consegnata puntualmente la modulistica necessaria all’Inps per erogare l’indennità di Cigs in deroga, sono senza salario da mesi interi. Dopo l’ennesimo rinvio nel pagamento dello stipendio e della quota mensile stabilita dal Verbale di Conciliazione del 13 aprile 2010, le lavoratrici hanno avviato le azioni giudiziarie”.
Il 6 dicembre scorso, inoltre, “considerato che le prospettive di pagamento delle mensilità arretrate e future continuavano ad essere estremamente aleatorie e che non era chiara la gestione e l’entità dell’organico aziendale, l’Assemblea delle lavoratrici, di fronte alla richiesta da parte dell’azienda di lavorare ad alcune commesse, vista la completa assenza di sicurezza sul passato, sul presente e sul futuro, ha proclamato lo sciopero ed ha comunicato che sarebbe rientrata al lavoro solo dopo atti chiari e concreti sui pagamenti dei crediti vantati”.
Da allora è stato aperto un tavolo provinciale, che ha visto la costante presenza dell’assessore Eva Guardiani, ma che non ha mai visto la partecipazione dell’Amministratrice unica della ditta. “Tanto che il 5 aprile scorso è stato sospeso con la presa d’atto della completa indisponibilità da parte dell’azienda ad assumere comportamenti che tengano minimamente conto delle basilari responsabilità connesse al rapporto di lavoro che intercorre tra le lavoratrici e l’azienda”.
“Oggi” conclude Loretone “con rabbia e senso d’impotenza possiamo solo sottolineare che a causa del comportamento immorale di chi non ha voluto confrontarsi, neanche quando convocata su tavoli istituzionali e nonostante gli obblighi che la legge impone, Violeta, Eli, Aneta, Ghezala, Ornella, Ana, Gledisa, Pietro e tanti dei lavoratori e delle lavoratrici della Texkia, dopo aver lavorato anche più di dieci ore al giorno, nell’attesa che passino i tempi della giustizia necessari per recuperare solo una parte di quanto spetterebbe loro, non riescono a pagare le bollette o a dare qualche euro ai figli che vogliono andare ad una gita scolastica”.