Teramo. Melania Rea è stata uccisa nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella. È la novità emersa dalle perizie medico-legali effettuate negli ultimi giorni di indagine. Esclusa pertanto la possibilità che la 29enne di Somma Vesuviana fosse stata sequestrata e uccisa per essere poi trasportata a Civitella soltanto in un secondo momento.
Torna, dunque, in ballo la questione della competenza territoriale per l’inchiesta, passata una settimana fa nelle mani della procura di Ascoli Piceno proprio a fronte dell’ipotesi del sequestro di persona. Quella teramana aveva trasmesso gli atti dell’autopsia, ma il referto dell’anatomopatologo non lascerebbe dubbi sul fatto che la donna sia stata uccisa nel comprensorio teramano, facendo optare per la tesi secondo cui Melania Rea sarebbe volontariamente salita sull’auto della persona che l’ha uccisa.
Sebbene si brancoli nel buio nell’identificazione dell’assassino, gli inquirenti continuano a perseguire la pista passionale, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni di Francesca, la soldatessa in servizio a Lecce che ha ammesso di essere l’amante del marito di Melania da almeno due anni.
Proprio Salvatore Parolisi sarà ascoltato entro poche ore dai magistrati per chiarire alcune contraddizioni emerse dai racconti dell’uomo in merito alla vita della coppia. Se, infatti, il caporal maggiore descriveva la sua condizione familiare come “idilliaca”, la soldatessa ha parlato dell’intenzione dell’uomo di lasciare la moglie. Dichiarazioni che sembrano essere confermate da un presunto trasferimento richiesto da Salvatore Parolisi a Sabaudia, città in cui Francesca prestava servizio.