Atri. “Notizie di stampa, reperibili anche in Rete, non ci lasciano assolutamente tranquilli sulla corretta gestione della discarica di contrada Santa Lucia di Atri”.
E’ l’incipit della lettera scritta da Domenico Zenobio, presidente di Italia Nostra Atri, al Sottosegretario regionale, Mario Mazzocca, all’Arta, ai carabinieri del NOE, al Consorzio Piomba-Fino, all’osservatorio regionale dei rifiuti, alla Forestale e al Comune di Atri per “essere rassicurati dalle Autorità in indirizzo”.
Sono diversi i dubbi dell’associazione ducale: “la ‘vecchia’ discarica è stata definitivamente e correttamente bonificata? In cosa è consistita l’eventuale bonifica effettuata? In caso contrario, perché non si è proceduto in tal senso considerato che il finanziamento per la creazione del terzo invaso comprendeva una somma per la bonifica e messa in sicurezza dei due invasi creati in precedenza? Nel terzo invaso (‘nuova discarica’) vengono solo conferiti rifiuti secchi? Chi esercita i
controlli sulla loro effettiva consistenza? Quali tipo di controlli vengono effettuati?””
In merito alla ‘nuova discarica’ si chiede se “è stata regolarmente collaudata prima della sua attivazione? E’ vero che i rifiuti provengono da diverse località italiane e, forse, anche dall’estero? Perché in discarica vengono conferiti rifiuti che non provengono dagli otto Comuni del Consorzio Piomba-Fino, che dovrebbero essere i soli a fruire della discarica attiva? Chi ha autorizzato il conferimento in discarica dei rifiuti che provengono da fuori Regione? Quante migliaia di metri cubi di pattume sono state finora conferite, a partire dalla sua attivazione, nella ‘nuova discarica’ e qual è, a tutt’oggi, la sua capacità residua? Sono state fornite le necessarie garanzie finanziarie per la chiusura della ‘vecchia discarica’ e quelle per la gestione della ‘nuova’? Esiste un sistema di controllo automatico che impedisca il conferimento in discarica di sostanze pericolose, come per esempio quelle radioattive, collegato con gli Organi di controllo?”
Italia Nostra chiede anche se sono presenti “garanzie di ordine sanitario e quali controlli sono stati e vengono effettuati sulla qualità ambientale del sito, considerando che è scientificamente dimostrato che le discariche costituiscono una seria ‘fonte di rischio’ per le popolazioni che vivono nelle sue vicinanze e, comunque, entro un raggio di cinque chilometri dal suo centro”.
Tanti dubbi per una polemica annosa e una discarica sempre a rischio commisariamento, un’ipotesi ventilata da tempo ma sempre rinviata.