Teramo. Non c’è il Dna del marito di Melania Rea, Salvatore Parolisi, né quello della vittima sulla siringa ritrovata conficcata sul seno della donna trovata morta nel bosco di Ripe di Civitella.
Sono le prime indiscrezioni emerse dagli esami dei carabinieri del Ris, che confermano di non aver trovato tracce dei due nemmeno sul laccio emostatico recuperato sul luogo del ritrovamento del cadavere.
Il mistero attorno all’omicidio della 29enne di Somma Vesuviana continua, dunque, ad infittirsi e, mentre si rimane in attesa di conoscere i risultati degli esami sulle tracce di liquido misto a sangue all’interno della siringa, spuntano nuove voci sulla vita della coppia e su presunti tradimenti da parte del marito.
Secondo alcune voci, infatti, Melania e Salvatore non sarebbero stati la coppia perfetta dipinta da molti: sembra, infatti, che i due stessero attraversando un periodo di crisi matrimoniale e che la donna fosse intenzionata a prendere un periodo di riflessione, magari facendo ritorno a Somma Vesuviana, stanca dei continui litigi e di alcune scappatelle del marito. A conferma di quanto sospettato ci sarebbe anche la testimonianza di un’amica con cui Melania Rea si sarebbe confidata e l’esistenza di un trolley che qualcuno vicino alla coppia avrebbe visto il giorno della scomparsa della vittima nell’auto del marito. Una valigia, però, di cui non c’è alcune traccia.
Smentita, invece, l’ipotesi secondo cui Melania potrebbe essere stata uccisa perché a conoscenza di un segreto che, se rivelato, avrebbe potuto provocare scandalo. Gli inquirenti hanno infatti confermato il fatto che la donna conducesse una vita pulita, senza segreti e che, pertanto, non fosse a conoscenza di nessuna strana informazione.
Chiarito, inoltre, il giallo degli scontrini ritrovati sul luogo del ritrovamento. Secondo quanto dichiarato dagli investigatori, sembra infatti che la ricevuta del panificio di Villa Lempa, su cui inizialmente si è concertata l’attenzione, non sia risultata rilevante ai fini dell’immagine.