Tortoreto, mensa scuola materna, tutte le anomalie: la lettera dei genitori

Tortoreto. Tutte le anomalie del servizio di refezione nella scuola materna di via Giovanni XXIII a Tortoreto.

 

Qualche spiffero polemico, figlio del malessere dei genitori, era emerso già nei giorni scorsi, in occasione dell’avvio del servizio mensa. Ora però i rappresentati di classe prendono una posizione ufficiale. Una nota circostanziata per rendere pubbliche tutte le anomalie (in alcuni casi si parla di veri e propri disservizi) legate all’esternalizzazione del servizio.

 

La procedura seguita. Il primo appunto riguarda la questione legata alla carenza di personale, che poi ha favorito la scelta da parte del Comune di aprire la strada alla privatizzazione del servizio. Criticità già riscontrata nel marzo del 2015, da parte della passata amministrazione e confermata con una determina del funzionario lo scorso 7 settembre.

 

“Non si capisce per quale motivo per l’esternalizzazione del servizio”, scrivono i genitori, ” a ridosso dell’inizio dell’attività scolastica, viene adottata una procedura negoziata senza pubblicazione del bando giustificandola con motivi di urgenza. L’importo dell’affidamento, 38mila euro, somma sotto la soglia di legge e pertanto ammissibile alla procedura in questione ma di sicuro non congruo all’espletamento del servizio di preparazione e somministrazione pasti, gestione magazzino e sanificazione locali.

 

 

Il menu. Per la scelta del menu, ovviamente, sono state recepite le indicazioni delle linee di indirizzo nazionale per la refezione scolastica, redatte dal Ministero della Salute. “Perché non vengono recepite anche per la definizione del capitolato d’appalto”, si legge, “indicato il numero di personale e le ore da impiegare per lo svolgimento di tutto il servizio?”.

 

Spuntino e merenda. Lo spuntino mattutino, ma soprattutto pomeridiano, oltre che essere previsto nelle linee guida rappresentava una consuetudine nella materna di Tortoreto, quando poi la mensa era gestita direttamente dall’Ente.

“Ma al primo giorno di servizio mensa”, incalzano i rappresentati di classe, “ai nostri figli non è stato somministrato nessuno spuntino o merenda per carenza di personale e senza nemmeno essere avvisati precedentemente. Il costo del buono pasto, cosi come pure le quote contributive fisse trimestrali per la refezione (come indicato nell’avviso di pagamento inviato alle famiglie) sono gli stessi dello scorso anno che comprendevano la somministrazione di pranzo e merenda e pertanto è logico chiedersi perché quest’anno la merenda è stata soppressa senza darne neanche comunicazione?”.

 

Addetti insufficienti. “Ci chiediamo inoltre”, “prosegue la nota, “se sia opportuna continuare a fare “sperimentazione” su bambini dai tre ai cinque anni introducendo l’utilizzo di forchette e piatti in plastica, rischiose per la loro incolumità, oppure facendo svolgere il servizio a soli 2 addetti che devono preparare e somministrare 200 pasti e sanificare gli ambienti e che pertanto di sicuro non riusciranno a svolgerlo con la diligenza del buon padre di famiglia.

 

Perché ad oggi per i bambini dichiaratamente intolleranti o allergici non è prevista dieta sostitutiva, ma al momento e su richiesta dell’insegnante al bambino viene improvvisata una pietanza con quanto si trova in dispensa al momento?”.

 

I genitori inoltre, nella lettera si dissociano dalle polemiche gratuite circolate nei giorni scorsi (forse politicizzate), ma sono animati dalla volontà di rendere pubbliche una serie di situazioni definite spiacevoli, anche alla luce del fatto che il Comune avrebbe “alzato una barriera senza fornire spiegazioni”.

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