Omicidio Civitella, Carmela Rea uccisa da 35 coltellate

carmela-rea2Teramo. Un delitto passionale. Così all’uscita dell’obitorio di Teramo l’anatomopatologo Adriano Tagliabracci ha commentato la misteriosa morte di Carmela Rea, la donna di 29 anni di Ascoli Piceno ritrovata senza vita a Colle San Marco.

L’autopsia ha avuto inizio questo pomeriggio attorno alle 17.00, quando Tagliabracci si è recato all’ospedale Mazzini assieme al Ris e al procuratore di Ascoli Umberto Monti, che sta lavorando a stretto contatto con la procura teramana, anche se pare che da domani l’inchiesta sarà di competenza marchigiana.

A uccidere la donna ben 35 coltellate in diverse parti del corpo, molte delle quali sul collo. Smentita, ad ogni modo, l’ipotesi dello strangolamento. “Tutte le ferite inferte sono state vitali” ha infatti sottolineato l’anatomopatologo, che ha parlato di un’unica arma del delitto, un coltello. Carmela Rea non è stata vittima, inoltre, di alcuna violenza sessuale, né sono stati rinvenuti sul cadavere segni di percosse o di costrizioni. Non solo. Tagliabracci ha anche minimizzato sulla voce che voleva incisa una svastica sulla carne dell’interno coscia della donna. “Si tratta di segni che possono richiamare vagamente quel simbolo” ha infatti dichiarato, “ma si tratta di una semplice interpretazione”.

Con buone probabilità la 29enne è stata uccisa nelle 24 ore precedenti il suo ritrovamento, ma al momento nessuno è ancora in grado di stabilire l’ora esatta della morte. Certo è, però, che si tratta di un delitto passionale. “La donna è stata uccisa d’impeto” ha spiegato meglio Tagliabracci. “Siamo di fronte a uno di quei delitti che, mi auguro, verrà risolto in tempi brevi”. Più precisamente, pare che Carmela Rea sia stata uccisa nella notte tra lunedi e martedi, il che lascerebbe decadere l’ipotesi del delitto in famiglia, in quanto in quel lasso di tempo il marito della vittima aveva già denunciato la scomparsa della moglie. Poche, inoltre, le tracce di sangue rinvenute sul luogo del ritrovamento del cadavere, segno che la donna è stata uccisa in un luogo diverso, in quanto dalle prime ricognizioni cadaveriche è emerso che la vittima ha perso moltissimo sangue.

Per ora, però, nessun nome è ancora comparso nel registro degli indagati, come sottolineato anche dal sostituto procuratore prima dell’inizio dell’autopsia, sebbene si parli di un uomo dalla corporatura robusta, alto quanto la donna.

Nulla della vita di Carmela Rea lascia intanto supporre problemi o inimicizie. “Era una donna tranquilla” così la descrive il cugino Enzo Secondulfo, che ha raggiunto l’obitorio teramano assieme ad altri membri della famiglia per il riconoscimento del cadavere, effettuato da fratello e cognato della vittima. Estremamente bella, Carmela viveva, infatti, una vita molto riservata, dedita alla famiglia e al marito, Salvatore Parolisi, che aveva seguito nella sua carriera militare trasferendosi ad Ascoli Piceno. Gli inquirenti sperano di reperire informazioni dal cellulare della donna, ritrovato accanto al cadavere, ricostruendo in questo modo gli ultimi giorni di vita di Carmela. L’idea sarebbe infatti quella che la 29enne abbia attirato nelle scorse settimane le mire di qualcuno. 

Intanto sarebbe stato rintracciato l’uomo che, con una telefonata al 113, lo scorso mercoledi ha segnalato il luogo esatto in cui si trovava il corpo di Carmela Rea. La chiamata è stata effettuata tra le 14.30 e le 15.00 da una cabina telefonica del centro di Teramo. L’uomo avrebbe dichiarato di trovarsi sul luogo perchè stava raccogliendo dei funghi. Secondo le prime ricostruzioni, avrebbe impiegato circa 30 minuti per percorrere il tratto di strada lungo una ventina di chilometri, dopo aver fatto la macabra scoperta e prima di lanciare l’allarme. Un adulto, dall’accento teramano, che dal tono di voce non sembrava agitato. Al poliziotto che ha risposto dall’altra parte del telefono avrebbe semplicemente detto “c’è il corpo di una donna”, aggiungendo poi i dati specifici sul luogo. Detto questo, ha riattaccato.

Trovata, inoltre, una seconda sim card telefonica, un elemento che potrebbe risultare utile alle indagini per ricostruire gli spostamenti della donna. La sim si trovava nella giacca della donna: pare che il marito non ne sospettasse l’esistenza.

 

 

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foto Labolognese

 


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