Sessanta giorni di tempo per presentare un piano industriale per fare in modo che il concordato preventivo possa essere approvato.
Altrimenti si spalancheranno le porte del fallimento. E’ quanto deciso in mattinata dal giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Teramo, Giovanni Cirillo, in merito alla richiesta presentata dalla proprietà di Teleponte, l’emittente teramana spenta dallo scorso mese di luglio dopo che i dipendenti hanno presentato istanza di fallimento.
Erano presenti i dipendenti, c’era anche il referente della proprietà assente l’amministratore delegato Mario Schindu), il consulente e commercialista Marco Fraticelli.
Un concordato preventivo in bianco, in attesa del piano industriale, quello esposto nei giorni scorsi al giudice Cirillo che ne ha preso atto concedendo quindi i 60 giorni, il minimo previsto dalla legge.
Nuova udienza fissata per il 13 di dicembre. La statistica dice comunque che il 98 per cento delle aziende che presentano un concordato in bianco, alla fine viene inghiottito dal fallimento.
Insomma, questa mattina in aula dipendenti ed ex dipendenti hanno avuto la conferma che la situazione non è affatto buona. E che forse ci si trova dinanzi all’ennesimo tentativo di guadagnare altro tempo.
Nel frattempo, la proprietà ha convocato per il 10 ottobre i lavoratori rimasti (in tre, tutti tecnici, hanno già presentato nelle settimane scorse le dimissioni), cioè tre giornalisti e un tecnico. Obiettivo è quello di ripartire con le trasmissioni dal prossimo 14 ottobre. Ai dipendenti rimasti verrà fatta la proposta di lavorare part time. Ma i giornalisti hanno già un contratto part time, mentre l’unico tecnico rimasto ha un full time.