Tortoreto. “Al limite dell’inverosimile”. Il silenzio, dettato da situazioni delicati e processuali, lascia spazio alle argomentazioni, corroborate da documenti ufficiali e da una certezza: ” non mi lascio intimidire, difenderò fino alla fine le mie proprietà e i diritti di coloro che hanno acquistato regolarmente gli immobili”.
Rompe il silenzio Flavio Di Gennaro, amministratore dell’omonima società di costruzioni di Tortoreto, per far luce sul caso del condominio Orsini 63 di Giulianova. Vicenda ancora tutta da dipanare in alcuni passaggi giudiziari e che investe anche altre due immobili a Tortoreto di proprietà della società in concordato preventivo.
Questa mattina l’imprenditore ha tenuto una conferenza stampa alla presenza dei legali (Libra D’Amelio e Paolo Simoncini) e di alcuni proprietari di appartamenti nell’elegante condominio giuliese.
La storia. Tutto ha inizio nel 2014 quando Di Gennaro conosce Luca Liberati (il faccendiere finito a processo), che gli viene presentato da un agente immobiliare di Giulianova.
“Dopo le iniziali e comprensibili titubanze”, racconta Di Gennaro, “in virtù dell’intervento di alcuni professionisti della provincia che spendevano parole di elogio e rassicuranti sulla probità e solvibilità del Liberati, noi f.lli Di Gennaro abbiamo deciso di stipulare i preliminari di compravendita ed i contratti di locazione ultranovennale per le 53 unità abitative, preoccupandoci comunque di “blindare” i contratti di cui sopra con apposite e puntuali clausole risolutive. Giova precisare che il corretto adempimento dei contratti, avrebbe consentito alla nostra società di diminuire sensibilmente l’esposizione debitoria verso gli istituti di credito e fornitori, dando nuova linfa all’attività aziendale. Con grande stupore, sin dai giorni successivi alla stipula dei contratti, abbiamo constatato il grave, mancato adempimento dalle società riconducibili a Liberati, rispetto alle obbligazioni assunte, anche in specie di quelle di pagamento.
Vi lascio immaginare il numero di assegni tornati indietro protestati perché recanti firme difformi o per mancanza di provvista. Gli assegni sono stati consegnati a pagamento della caparra confirmatoria, per garantire l’adempimento delle proprie obbligazioni contrattuali. E’ facile immaginare il danno che stava cominciando a delinearsi per la Di Gennaro Costruzioni”.
Situazione questa che poi ha prodotto una denuncia alla Guardia di Finanza e l’avvio di un procedimento penale, ma anche contenziosi in sede civile.
“Nelle settimane successive alla stipula”, racconta Di Gennaro, “Liberati, anche per mezzo di terze persone, si è introdotto negli appartamenti, sostituendo arbitrariamente le serrature dei portoni blindati. Stranamente, proprio in quel periodo, sono stati registrati episodi di furto in diversi appartamenti, anche non oggetto di contratto, costringendoci a sporgere apposite denunce-querele. L’immissione arbitraria negli immobili si è protratta nei mesi successivi, con il supporto di personaggi di dubbia moralità. Nell’agosto del 2015, sono stato aggredito fisicamente nel tentativo disperato di evitare ancora occupazione abusiva degli appartamenti di mia proprietà. L’aggressione mi ha visto costretto a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso di Sant’Omero, con prognosi di 35 giorni”.
Quì si è innestato il sistema di affitti e sub-affitti di 31 appartamenti del condominio Orsini 63, con alloggi locati a più persone contemporaneamente, situazione di disagio per chi ci vive e continui interventi delle froze dell’ordine.
Nel frattempo sono state esperite azioni anche con procedimenti d’urgenza, che hanno portato ad esiti favorevoli sia in primo che in secondo grado, che legittimano gli sfratti attualmente in corso di esecuzione.
Il caso degli sfrattati. “Ho sentito parlare di emergenza sociale”, dice ancora, ” di persone buttate fuori casa, di famiglie disperate ignare ed inconsapevoli del reale stato dell’arte. L’esecuzione degli sfratti è iniziata un anno fa, a seguito di una sentenza del giudice, che ha riconosciuto, giustamente e data l’evidenza dei fatti, le enormi irregolarità . Le famiglie in questione hanno pertanto avuto (ed hanno ancora!!) tempo per organizzarsi e trovare altre sistemazioni, evitando il disagio tanto decantato. Ma vi è di più: le famiglie con prole si contano sulle punte delle dita di una sola mano, per giunta trattasi di famiglie munite di reddito e che pertanto non faranno alcuna fatica a trovare altra sistemazione. Per i casi più complessi invece è bene che siano le istituzioni ad intervenire. Paradossalmente, qualcuno di tali occupanti, maggiormente attivo nell’iniziativa di sensibilizzazione verso i media, ha, sempre all’interno del condominio ‘Orsini63’, la disponibilità di una seconda unità immobiliare sub locata, dai cui trae profitto. E, come se non bastasse, mi domando: fiscalmente la situazione è tutta in regola ?”.