“In nome del popolo italiano il Giudice dell’Udienza Preliminare assolve Elvis Levakovic e Sante Spinelli dal reato di lesioni contro Graziano Guercioni per non aver commesso il fatto; dichiara non doversi procedere nei confronti di Danilo Levakovic” per lo stesso reato “perché l’azione legale non doveva essere esercitata per difetto di querela; assolve Danilo Levakovic e Sante Spinelli dal reato di omicidio preterintenzionale ai danni di Emanuele Fadani per non aver commesso il fatto e ordina l’immediata scarcerazione di Danilo se non detenuto per altra causa”.
“Dichiara Elvis Levakovic colpevole del reato di omicidio preterintenzionale ai danni di Emanuele Fadani e lo condanna alla pena di dieci anni di reclusione”; lo stesso Elvis è condannato “al risarcimento del danno non patrimoniale subito dal reato dalle parti civili”: 100mila euro a favore della ex moglie di Emanuele, Ilaria, 200mila euro a favore della figlia Giorgia, 100mila euro a favore della mamma Nita e 20mila euro a favore dei fratelli Fabrizio e Alex.
Una sentenza incredibile e inaspettata. Dopo le repliche delle parti davanti al gup Giovanni De Rensis, avvenuta in mattinata, il verdetto del giudice arriva intorno alle ore 18: dieci anni per il 22 enne Elvis Levakovic, che aveva ammesso di aver sferrato il pugno mortale al volto di Emanuele Fadani il commerciante 39enne di Alba Adriatica ucciso l’11 novembre del 2009. Assolti il cugino Danilo e Sante Spinelli.
Parole che fanno male e che scatenano da una parte la gioia degli imputati, dall’altra la rabbia, mista a sconforto e delusione, della famiglia Fadani.
“La giustizia in Italia esiste” ha esultato Sante all’uscita dall’aula. “E’ una vergogna” hanno urlato, invece, i familiari. “Cosa racconto adesso a mia figlia?” ha gridato a gran voce l’ex moglie di Emanuele.
E, in effetti, nessuno si aspettava una sentenza del genere. Il processo, infatti, si è svolto con il rito abbreviato e la procura di Teramo, rappresentata dal sostituto Roberta D’Avolio e dal procuratore capo Gabriele Ferretti, aveva chiesto 30 anni per ognuno dei tre accusati, il massimo della pena prevista in questi casi. La difesa, invece, dal canto suo, aveva chiesto la derubricazione del reato da omicidio volontario ad omicidio preterintenzionale.
“Il concorso in omicidio era evidente” dichiara Gabriele Rapali, legale della famiglia Fadani “ma oggi è passato il principio che colpire qualcuno con un pugno ed ucciderlo è omicidio preterintenzionale, non volontario”. E assicura: “Ricorreremo in appello”.
Presenti in aula, oltre alla famiglia Fadani, anche i genitori di Antonio De Meo, lo studente universitario di 23 anni di Castel di Lama ucciso a pugni a Villa Rosa di Martinsicuro nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2010. “E’ uno schifo, si devono solo vergognare” gridano tra le lacrime.
Il commento di Marco Forconi, segretario provinciale Forza Nuova Teramo. “In merito alla sentenza dell’omicidio Fadani che ha visto assolti due rom ed un terzo condannato a soli 10 anni, non posso non esprimere la mia più totale e profonda indignazione. Un verdetto pericolosissimo e storico che legittimerà giuridicamente future aggressioni da parte della popolazione rom nei confronti di inermi ed innocenti cittadini in tutto l’Abruzzo e che darà, inevitabilmente, il colpo finale alla malsana teoria della pacifica convivenza e dell’integrazione fra diverse etnìe presenti sul medesimo territorio.
Forza Nuova è l’unico movimento politico che da anni, in Abruzzo, si batte contro il regime mafioso dei rom ed io, personalmente, alla luce di quanto visto sino ad oggi, non condannerei eventuali rivolte popolari contro di loro”.
La reazione di Lega Nord Abruzzo. “Lega Nord Abruzzo esprime tutto il suo sconcerto per l’incredibile sentenza del tribunale di Teramo relativa all’omicidio del commerciante di Alba Adriatica Emanuele Fadani assassinato la notte dell’11 novembre 2009 con calci e pugni. Sono stati, infatti, assolti due zingari mentre un terzo è stato condannato a soli 10 anni. La Lega Nord Abruzzo manifesta la più profonda vicinanza e solidarietà alla mamma e ai familiari di Emanuele”.