Una situazione al limite della decenza. E’ questa l’amara constatazione di un cittadino di via Piave a Teramo che lamenta la totale mancanza di cura di una parte della città, decisamente penalizzata per via dello stato di semi abbandono in cui versa.
Erba alta, presenza di animali pericolosi, mancanza di pulizia e di illuminazione sono tra le proncipali problematiche evidenziate. E, nonostante gli appelli già fatti all’amministrazione comunale, nessun intervento è stato fatto.
Ecco la segnalazione giunta in redazione
“Sig. Direttore,
sono oramai trascorsi quasi tre anni da quando la scarpata tra Via Flajani – Via Tordino e Via Piave, nonché gli orti retrostanti agli alloggi disabitati (dal 1997) delle “casette basse” di Via Piave – di proprietà dell’ATER – vennero decespugliati, nonostante incomba sull’Azienda una diffida ai sensi dell’art. 42 del Regolamento Edilizio del Comune di Teramo.
Inutile descrivere la situazione igienico sanitaria delle aree verdi di Via Piave (ratti, rettili, insetti vari) imputabile – occorre riconoscerlo – anche a taluni riscattatari delle “casette basse” che hanno completamente abbandonato gli orti retrostanti agli alloggi riscattati.
Vane sono state, inoltre, le richieste all’ATER di fare una perizia sulle piante i cui rami incombono sullo”stradone”; l’autunno scorso – a seguito del forte vento – un grosso ramo di una noce selvatica (?) cresciuta sul canalone del muraglione cadde su Via Po – probabilmente a notte fonda – per fortuna senza causare danni a persone o cose.
Le due scalinate che collegano Via Piave con lo “stradone” che – a quanto pare – non sono più di competenza della TEAM, bensì del Comune vengono raramente spazzate, sino a diventare impraticabili.
I cestini gettarifiuti sono diventati minicassonetti, nella più assoluta mancanza di controlli.
Gli scassati marciapiedi di Via Roma risalgono ai favolosi anni ’60 e vengono riparati con ignobili rappezzi di cemento. A quaqndo il totale rifacimento?
Una delle scali nate che collega Via Piave con lo “stradone” ha bisogno di un impianto di illuminazione come più fatto presente all’Assessore ai LL:PP..
Nelle notti non di plenilunio si rischia di rompersi l’osso del collo.
Sig. Direttore, io mi fermo qui.
Cordiali saluti”.
Lettera firmata