Alba Adriatica, disinquinamento Vibrata con la bio-tecnologia
Alba Adriatica. Un sistema biologico, a zero impatto ambientale, per azzerare le forme di inquinamento dell’asta terminale del torrente Vibrata. E’ un progetto per certi versi innovativo quello che la Provincia di Teramo ha pianificato per risolvere una serie di criticità che caratterizzano l’ultimo tratto del Vibrata. Nello specifico, sarà utilizzato un sistema che prevede l’utilizzo di biopromotori (miscela di batteri ed enzimi già presenti in natura) in grado di accelerare e rendere più efficienti quelli che sono i normali processi di auto-depurazione. Per il Vibrata, l’assessorato provinciale all’ambiente si servirà dell’apporto di una società leader nella depurazione biotecnologica della acque (Eurovix srl), che ha messo a punto un progetto per la sanificazione degli ecosistemi di piccole e grandi dimensioni. “Si tratta di un procedimento ecocompatibile, economico e non invasivo – spiega l’assessore Francesco Marconi – sono già in corso i prelievi per verificare lo stato delle acque e valutare quando e dove iniziare il trattamento. E’ ancora vivo in tutti noi il ricordo dei fatti della scorsa estate quando il cattivo funzionamento del depuratore di Alba-Martinsicuro e la moria di pesci sulla foce ha fatto scattare l’allarme sulla condizione del fiume Vibrata. Noi cominciamo da questo fiume per poi effettuare lo stesso trattamento anche in altri corsi d’acqua. Naturalmente con la biotecnologia non eliminiamo le cause dell’inquinamento ma aumentiamo la capacità dell’ecosistema di rigenerarsi”. Nell’occasione, Marconi, sottolinea che la Regione ha inserito nel Piano triennale di risanamento ambientale, che sarà approvato entro la fine di aprile, il “contratto di fiume” proposto dalla Provincia. “Ci saranno 247 mila per un progetto pilota, parte a nostro carico e parte a carico della Provincia che ci consentirà di attivare misure di prevenzione e di risanamento delle aste fluviali – continua l’Assessore – ma la cosa più importante è che si potrà sperimentare un nuovo modello di gestione delle aste fluviali. Oggi le competenze sui fiumi sono frammentate e fanno capo a più organismi e questo è uno dei principali ostacoli al loro risanamento e al loro controllo: una situazione che comporta danni al sistema ambientale; pregiudica comparti produttivi come quello del turismo e costa un’enormità, in termini economici, ai cittadini. Le conseguenze dell’alluvione dei primi di marzo è un esempio di queste enormi contraddizioni che la Provincia sta affrontando con metodo cercando soluzioni in grado di prevenire i danni”.